di Vito Pirruccio
Leggo la locandina sui social e i manifesti affissi nella Locride: “Perché Berlinguer era una brava persona”. Non riesco a capire il significato del titolo dato all'incontro, in programma a Benestare il 27 e 28 settembre prossimi, in ricordo del centenario della nascita del leader comunista. Il titolo, mi preme sottolinearlo, fa parte di un “progetto selezionato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri insieme a sole altre sei città italiane (Roma, Firenze, Pescara, Pistoia, Venezia, Soave)”.
Berlinguer è stato uno statista che si è misurato con la storia del movimento operaio internazionale e ha governato il più grande partito comunista del mondo democratico. Un uomo di Stato che insieme all'altra figura di statista, Aldo Moro, ha segnato il passaggio più drammatico della democrazia italiana.
Berlinguer è stato un protagonista della Repubblica e se la mano terroristica non avesse affossato il compromesso storico, oggi avremmo una democrazia matura e dell’alternanza e non l’accozzaglia di partiti personali o pseudo tali che si beccano come i capponi di Renzo.
Si pensa, ad un anno di distanza dal centenario della nascita di Enrico Berlinguer, di attrarre il pubblico con “la brava persona” e non con lo statista che è stato? Io mi sento attratto dal secondo profilo e sono fiero, nel mio piccolo, di aver maturato la mia appartenenza politica guardando e ammirando lo statista che è stato. E scusate il bisticcio di parole.
I compagni e gli amici di Benestare sono, comunque, da lodare per l’iniziativa assunta e per il progetto realizzato e mi perdoneranno per questo mio piccolo dissenso.
Mi pregio riproporre il mio ricordo di un anno fa apparso su Riviera web il 25 maggio 2022, non per contrappormi agli autori di “Perché Berlinguer era una brava persona”, ma per sentirmi maggiormente parte di quel popolo che non lo ha amato solo in quanto “brava persona”, ma per la sua grandezza di Statista.