Qualche ora fa abbiamo letto il comunicato stampa diramato dall'Amministrazione Comunale in merito all'incendio doloso di ieri sera dei mezzi comunali nell'isola ecologica.
Fra le righe di questo comunicato leggiamo: "Un gesto che ferisce l'Amministrazione, impegnata in un processo di ammodernamento del servizio che porterà a breve nuovi frutti in termini di efficacia dello stesso" .
E' spregevole che davanti a un fatto criminale cosi grave che, oltre a preoccupare e danneggiare tutta la nostra Comunità, fa crollare d'immagine Roccella e tutta la Calabria, si faccia propaganda su "frutti" che intendono fare..., argomento che nulla centra con la condanna del vile gesto.
Chi scrive questi comunicati ed è cosi cinico a voler speculare anche su questi fatti di cronaca per fare slogan dovrebbe solo... farsi un esame di coscienza!!!
Ringraziamo Sua Eccellenza Il Prefetto di Reggio Calabria, il Dr. Michele Di Bari, che è stato cosi solerte a raggiungere il nostro paese proprio in queste ore per manifestare tutta la sua vicinanza al nostro paese ed organizzare le necessarie misure per venire a capo e sopperire alla grave escalation di attentati che si sono verificati a Roccella in questi ultimi mesi.
Di recente la sanità nella Locride è stata oggetto di numerosi servizi e polemiche. Il servizio delle Iene, prima, e la visita della ministra Grillo, dopo, hanno contribuito a focalizzare l’interesse dell’opinione pubblica sul mondo della sanità. Abbiamo intervistato il dottor Domenico Bruzzese, responsabile medico del “Centro malattie polmonari” di Marina di Gioiosa Ionica.
Dottore Bruzzese, qual è il suo punto di vista sull’ospedale della Locride?
Bisogna esaltare la funzione dell’ospedale mettendo in condizioni i bravi medici che ci sono e il personale paramedico e ausiliario, altrettanto bravo, a svolgere le proprie funzioni. Ciò significa che in ospedale si fanno le prestazioni necessarie ma il filtro deve essere la sanità sul territorio che dovrebbe rispondere all’80% della richiesta sanitaria complessiva oltre alla prevenzione. E a questo punto dovremo pretendere un ospedale capace di “qualità” più che di quantità.
Se dovesse indicare tre priorità per risolvere i problemi più drammatici?
Si deve bloccare l’emigrazione sanitaria mettendoci in condizioni di dare le risposte necessarie sul territorio. E si può fare. Ciò costituirebbe un risparmio di denaro tanto per il servizio sanitario della Calabria ma soprattutto sulle famiglie degli ammalati che devono affrontare spese e disagi per andare a curarsi fuori casa.
Ci sono delle “eccellenze” e me ne può indicare qualcuna?
Eccome se ci sono! Ma è il sistema che spreca risorse umane ed economiche. Un sistema che non funziona e non consente ai medici di dare il meglio della loro professionalità.
Qual è lo stato della medicina sul territorio?
Attualmente carente ma si può e si deve recuperare.
In Calabria si vive due anni in meno rispetto al centro Nord a causa delle carenze del servizio sanitario nazionale. Questo è vero soprattutto per i ceti più poveri. Avrebbe qualche indicazione da proporre per risolvere il problema?
È drammatico nel momento in cui prescrivi un farmaco a un paziente appartenente alle fasce del disagio sociale sentirti dire “ma è prescrivibile?”. I poveri non sono più in condizioni di curarsi. E questi sono soprattutto pensionati, precari, disoccupati. Insomma gente che avrebbe più bisogno di cure. Così una parte consistente della popolazione paga un prezzo alto a scelte politiche sbagliate e ingiuste. Considero ciò un’offesa alla Costituzione e una grave ingiustizia a cui bisogna porre rimedio al più presto possibile. Non si può vivere oltre due anni in meno perché calabresi e per giunta poveri. Aggiungo, inoltre, che la legge sulle autonomie regionali, meglio conosciuta come la secessione delle Regioni ricche, aggraverà notevolmente i problemi nella sanità. Lo dico da cittadino e da medico e rispetto a ciò non è impossibile il disimpegno.
E infatti! Lei è figlio d’arte, nel senso che suo padre Giuseppe Bruzzese è stato per lungo tempo tra i punti di riferimento principale della vita politica della nostra zona. Come mai sinora Lei non è stato particolarmente attivo nell’impegno politico?
Nella mia famiglia l’impegno politico è stato “pane quotidiano” da sempre. Ricordo mio padre sempre fuori casa e in giro in tutti i paesi della Locride. Sempre coerente col suo partito e attento ai bisogni della gente.
Io ho votato sempre la Sinistra e sono iscritto al PD ma dinanzi ai problemi di cui abbiamo parlato e al clima fosco che s’è creato in Itali, a ritengo che bisogna dismettere i panni del semplice iscritto. Ho deciso di impegnarmi a Roccella, che è il mio Paese, per dare un contributo all’intera zona ionica che ha bisogno di tutte le energie disponibili. Per esempio ho fatto mio il progetto di “Roccella Futura” e il mio impegno non sarà contro qualcuno ma per costruire un Paese sempre più attento ai bisogni delle fasce più povere della popolazione, più vicino ai cittadini. Le opere pubbliche sono importanti ma non bastano più. Quindi mi batterò perché a Roccella siano istituiti alcun presidi fondamentali per la partecipazione e lo sviluppo. Mi riferisco d una organizzazione di un sevizio di assistenza domiciliare; uno sportello informativo di sostegno alle famiglie disagiate, agli anziani, ai diversamente abili, ai giovani. E, inoltre, alcuni presidi di democrazia e partecipazione popolare istituendo: il consiglio comunale dei ragazzi, la consulta giovanile, la commissione delle “pari opportunità” e lo sportello per l’imprenditoria giovanile. Vorrei che Roccella avesse una funzione di traino su tutto il territorio della Locride e, inoltre, che il Comune giocasse un ruolo attivo nella conferenza provinciale dei comuni dell’Asp dove, a dispetto della legge, i sindaci sono stati emarginati.
Con Bebbo Alvaro sindaco questo "progetto" potrebbe realizzarsi. Parliamo di una persona che si è contraddistinta per essere stato un bravo amministratore, un ottimo professionista, un cittadino integerrimo e coerente, e sempre vicino al Suo Paese e alla Sua gente.
Ilario Ammendolia