rag. Pino Iannuzzi
Nei giorni scorsi, è apparso, sui muri cittadini, un manifesto dell’Amministrazione comunale con il quale si polemizzava con due Associazioni in merito alle tariffe Tares 2013.
Giocando sul nome di una delle Associazioni, l’estensore del manifesto l’accusava, per usare un eufemismo, di dire cavolate per 365 giorni l’anno e che, forse, il 366° giorno dell’anno bisestile,
quindi un giorno ogni quattro anni, questi nostri concittadini potrebbero affermare qualcosa di serio.
Bella battuta degna del migliore Gabriele Cirilli!
Ma peccato, soprattutto, che questa gente si permetta di ridere e scherzare (alla stessa stregua di quei cialtroni che sono stati intercettati durante il terremoto dell’Aquila) su un argomento quale la Tares che ha costituito un vero e proprio dramma per molte famiglie e piccole aziende di Roccella.
Ma in quale mondo vivono, da dove tirano fuori tanto cinismo e tanta arroganza, possibile che non abbiano ancora imparato niente dai moti di disgusto e di rigetto, nei confronti di certa politica e di certi politicanti da parte dei cittadini e degli elettori? Vorrei chiedere a Bruna Falcone e Bebo Alvaro, Pasquale Vozzo e Francesco Scali, persino a Peppe Certomà e a tanti, tanti altri che si riconoscono in questa maggioranza: voi che siete persone perbene, belle persone che vedono nella politica l’esercizio di un impegno civico e niente più, cosa avete da spartire con simili personaggi? Cosa aspettate a prenderne le dovute e necessarie distanze come ha fatto il Prof. Pino Alvaro? Non ne avete abbastanza delle loro malefatte?
Ma torniamo al manifesto e alla fatica titanica dell’estensore per cercare di confutare una verità ormai chiara alla stragrande maggioranza dei roccellesi e cioè che ci hanno regalato le tariffe più alte di tutta la Locride.
Attraverso tabelle e tabelline il nostro novello Solone Pitagorico si è addentrato in un percorso tortuoso, probabilmente a lui sconosciuto, per dirci che una famiglia, mi pare, di due persone con una abitazione di 100mq ha le stesse tariffe praticate nei comuni vicini. Purtroppo il raffronto si è fermato solo a questo esempio e non è continuato con altre tipologie di famiglie e, ancor più, con le piccole realtà produttive e commerciali. Sono il primo a dirlo, certamente non è il massimo della scientificità matematica, ma il rapportare il tutto a quota pro-capite è il modo più semplice e comprensibile per fare il raffronto tra realtà diverse.
E poi, al di là di calcoli e calcoletti, tutto sommato il problema non è questo! A me non importa un fico secco se a Roccella si paga di più o di meno rispetto agli altri comuni. Il problema vero e reale è se il piano finanziario, in base al quale sono state stabilite le tariffe, sia congruo o meno!
Secondo me NO!
Non voglio ripetere quanto ho già scritto qualche giorno fa, sempre su questo blog, nel post “Tares, mia carissima Tares”, al quale vi rimando per un ragionamento più approfondito, ma è mia intima convinzione che il piano sia stato sovrastimato di almeno 350.000,00 Euro pari a circa un terzo della somma prevista da questa amministrazione per coprire il 100% del servizio. Finora nessuno ha confutato le mie tesi e, come suol dirsi, resto in fiduciosa attesa.
Ultima chicca: la differenziata! Anche questa volta i nostri eroi non hanno perso occasione per gonfiare il petto come rane-toro e appropriarsi, indebitamente, del merito del successo della raccolta differenziata a Roccella. Niente di più falso: le loro facce di bronzo, al confronto, fanno arrossire i Bronzi di Riace. Care testine d’asino, se a Roccella possiamo vantare questi risultati, lo dobbiamo esclusivamente a due soggetti.
Il primo è rappresentato dalle famiglie e dai titolari di attività commerciali e artigianali che, pur dovendo sostenere dei costi aggiuntivi, con entusiasmo, praticano in modo sempre più corretto la raccolta.
Il secondo soggetto è rappresentato dal personale addetto alla raccolta, abbiamo un enorme debito di gratitudine verso questi lavoratori che, pur con contratti precari e con stipendi da fame, svolgono con diligenza e passione il loro lavoro.
Di contro, se qualche ritardo esiste, se qualche lacuna va colmata è responsabilità esclusiva del mancato rispetto degli impegni pomposamente assunti da questa amministrazione: che fine hanno fatto le promesse di introdurre alcuni elementi premiali per incentivare i nostri concittadini a differenziare tutto il possibile? Che fine ha fatto la promessa di arrivare alla pesatura di quanto conferito per far pagare in base all’effettivo utilizzo del servizio? E potrei continuare riempiendo non uno ma dieci manifesti.
Un detto popolare dice che chi racconta balle deve avere una memoria lunga. L’estensore del manifesto di balle ne ha raccontate in quantità industriali, di memoria, di contro, ha dimostrato di averne poca: rinfreschiamogliela con le prossime elezioni!
Cordialmente.
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