lunedì 20 settembre 2021
IL BEL VIDEO DE "IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA 2021-22" REALIZZATO DALLA CISL ANCHE NEL LICEO SCIENTIFICO DI ROCCELLA
domenica 19 settembre 2021
BUON ANNO SCOLASTICO A TUTTI.
Domani a Roccella, come in tutta la Calabria, tornerà a suonare la campanella e i cancelli delle scuole, di ogni ordine e grado, si apriranno per tutti gli studenti, dall'infanzia fino alle superiori.
Colgo l'occasione per augurare buon lavoro alle nostre care dirigenti, Emanuela Cannistrà, dell'Istituto Comprensivo "Orlando Filocamo", e Rosita Fiorenza, dell'Istituto Istruzione Superiore "P. Mazzone" che comprende il Liceo Scientifico "Mazzone" e l'Istituto Tecnico "E.Maiorana". Insieme a loro auguro buon lavoro a tutti i docenti e a tutti i collaboratori.
Quello che sta per cominciare è considerato l'anno della ripartenza, dopo le grandi "sofferenze" vissute per l'emergenza sanitaria del Covid.
Oggi c'è un pochino di serenità in più, visto che i vaccini stanno facendo il loro effetto positivo e che la maggior parte degli operatori scolastici sono tutti vaccinati.
Le regole all'interno della scuola, comunque, rimangono le stesse dello scorso anno: banchi singoli e distanziati, percorsi obbligatori in entrata e in uscita, obbligatorietà di indossare la mascherina, mantenere le distanze e igienizzarsi le mani all'entrata a scuola.
Per gli studenti che utilizzano lo scuolabus è obbligatorio il distanziamento, la mascherina e l'igienizzazione delle mani, anche sopra il pulmino durante il trasporto.
La novità di quest'anno è che nessuno tra docenti, collaboratori scolastici, genitori o chiunque altra persona, potrà entrare dentro gli edifici scolastici senza la presentazione, e il controllo da parte del personale addetto, del green pass. Una ulteriore misura di sicurezza per tutti.
Solo per gli studenti, al momento, non è obbligatoria la vaccinazione e quindi il green pass non è obbligatorio, seppur a tutti i ragazzi all'ingresso della scuola verrà controllata la temperatura corporea (eventuale febbre!), anche se speriamo in una vaccinazione sicura per tutti i giovani.
Sappiamo che sarà un anno ricco, con tanti progetti extrascolastici, che saranno possibili da seguire anche online, mentre ci sia augura che le regolari lezioni vengano svolte tutte di presenza.
Sara molto difficile che la scuola venga chiusa per intero, in questi ultimi mesi i contagi sono scesi grazie naturalmente alle vaccinazioni giunte ad una buona percentuale; ma purtroppo non si può per niente abbassare la guardia, occorre rispettare le regole con serenità ed abitudinarietà, perchè rimane il rischio della chiusura della classe in caso di un contagiato.
E adesso è giunto il momento di aggiustare lo zainetto, caricarsi di buona volontà e di tanti emozioni, e ripartire verso questo nuovo anno scolastico.
Auguri cari ragazzi, a voi che sarete i geni del futuro, auguro che abbiate sempre voglia di imparare e di esplorare, e alle vostre famiglie che fanno ogni giorno sacrifici per farvi crescere nel migliore dei modi auguro che possano dai loro figli ricevere tante soddisfazioni.
Speriamo che tutti i libri, che voi ragazzi porterete negli zaini, a fine anno scolastico, saranno molto consumati, e di tutto il loro contenuto sarà piena la vostra mente, perchè, quando la vostra mente è ben istruita, potrete sempre camminare a testa alta, senza mai abbassare i vostri occhi davanti a niente e nessuno.
Vogliatevi bene e siate rispettosi, sia tra voi compagni e sia con gli insegnanti, perchè la scuola è una seconda famiglia, ed è quella famiglia dove si impara a socializzare e dove si imparano tutte le nozioni che fanno girare questo nostro mondo, e voi questo mondo lo potrete e dovrete far girare, conoscendolo fino in fondo.
Buona ripartenza a tutti!!!
UNA RAGAZZA 23ENNE PARTORISCE IN CARCERE SENZA ASSISTENZA MEDICA. CE NE PARLA L'AVV. CARLO MARIA MUSCOLO
Carcere e gravidanza: una questione irrisolta che provoca vergogna.
di Carlo Maria Muscolo
Costretta a partorire in carcere a Rebibbia, assistita solo dalla compagna di cella |
Amra ha 23 anni ed è di origini rom, quando è stata arrestata tutti sapevano fosse incinta. La sua residenza era all’interno del campo rom di Castel Romano, una realtà non distante da Pomezia malmessa e poco collegata con il resto del Lazio. A luglio, la giovane, era stata arrestata per furto e poi trasferita in cella, nonostante il suo stato avanzato di gravidanza.
La notte del parto – raccontata dalla stessa Amra a Repubblica – è quasi da brividi. La giovane divide la cella con un’altra ragazza rom, anche lei incinta, che in quella notte concitata è stata fondamentale affinché la piccola bambina venisse al mondo. Le acque si rompono all’improvviso, iniziano le contrazioni e le grida d’aiuto. Gli agenti in servizio allertano il medico ma quando riesce a raggiungere la cella il parto è già finito.
Amra e la sua piccola sono state poi trasportate al Pertini: dopo qualche giorno di decenza entrambe sono state dichiarate in ottima salute. Qualche giorno fa Amra è tornata in libertà e adesso è in attesa di processo. La ragazza, però, non è l’unica incinta lì a Rebibbia e soprattutto il protocollo per le mamme in carcere che portano avanti una gravidanza è ancora troppo obsoleto.
Appare opportuno fare un punto della situazione normativa in tema, per scoprire come siano state previste le misure utili ad evitare che si verifichino vergogne simili e, quindi, la vergogna è ancor più grande, perché nulla è stato fatto.
In questi giorni si legge che tutto è dipeso dalla mancata lettura della mail di richiesta, perché il personale addetto era in ferie!
Trattare di maternità e carcere è come sviluppare, o meglio tentare di approfondire, un ossimoro, considerata la strutturale incompatibilità tra l’assolvimento della funzione materna ed il contesto penitenziario italiano.
Dopo il grave episodio, il ministro della Giustizia, Marta Cartabia ha inviato in carcere gli ispettori per accertare i fatti ed eventuali responsabilità. |
Spesso, la madre reclusa è l’unica responsabile della cura del minore che, di fatto, si trova così a dover “scontare” una pena senza aver commesso alcun reato. Due sono le alternative ugualmente problematiche che possono prospettarsi. Da un lato, vi è infatti la possibilità che, in alcuni casi consentiti dalla legge, la madre detenuta possa tenere con sé il minore durante l’espiazione della pena o durante la misura cautelare.
Diversamente, potrebbe verificarsi il forzato distacco in ragione della detenzione che provoca la separazione dalla madre reclusa, con una brusca interruzione del legame affettivo di cui l’ordinamento è chiamato a prendersi carico, in primo luogo, in nome dei diritti del minore coinvolto.
Il contesto carcerario rappresenta di per sé un ambito profondamente problematico, al cui interno si assiste a un sistematico tradimento del senso costituzionale della potestà punitiva statuale secondo cui «le pene devono tendere alla rieducazione».
In primo luogo per il “sovraffollamento carcerario” e ci si riferisce non soltanto ai parametri numerici da utilizzare per una valutazione degli spazi, ma anche, ad esempio, all’inclusione, nel computo complessivo, della mobilia, dei servizi igienici, così pure alla considerazione anche di altri fattori come la libertà di movimento all’interno della cella o la permanenza al di fuori della cella per la maggior parte della giornata.
Vi è una ulteriore considerazione che fa da sfondo alla trattazione della maternità reclusa, posta la sua necessaria riconduzione nell’alveo delle specificità della criminalità femminile, spesso prevalentemente orientata verso tipologie di reato espressione più di marginalità sociale che di allarme sociale. In aggiunta, le donne ree manifestano un peculiare rapporto tra restrizione in carcere, affettività e genitorialità, rispetto alla condizione femminile, di cui occorre necessariamente tenere conto parlando di maternità reclusa.
La maternità in carcere vive una dimensione penitenziaria quasi marginale confermata anche dalla limitatezza degli studi sulla criminalità e sulla criminologia femminile che, anche in questo ambito, confinano la condizione femminile alla invisibilità, quasi all’insignificanza per il diritto penale.
In una prospettiva storica, mentre la necessità di una reclusione separata sulla base del sesso è presente fin dal 1600 e la criminalità femminile raccoglie attenzione già nel positivismo giuridico, il tema della condizione detentiva per le madri rappresenta una questione relativamente recente. Solo nella metà dell’Ottocento si pose, per la prima volta, il problema della maternità delle detenute, giungendo alla conclusione per cui non si potesse consentire la presenza di minori in carcere, in particolare dopo i tre anni, dovendosi preferire l’affido alla famiglia di origine o l’orfanotrofio.
Consapevole della delicatezza di questa fase della vita, anche il legislatore penale del 1930 aveva rivolto attenzione al rapporto tra la madre detenuta e la prole, attraverso il possibile differimento dell’esecuzione della pena per la donna incinta e la madre di prole in tenera età. Di regola, la presenza in carcere di un minore era preclusa (con il divieto, per i minorenni, persino della possibilità di visita) e solo in via eccezionale le madri con bambini di età inferiore ai due anni potevano essere autorizzate dalla direzione dell’istituto a tenere con sé i figli in carcere, presumendo una inidoneità educativa del genitore e quindi alla interruzione della relazione con i figli nel loro stesso interesse.
In tempi più recenti, sono state introdotte ulteriori normative per mitigare l’impatto che la detenzione della madre può generare in termini di interruzione dei rapporti affettivi con la prole o, alternativamente, quale “carcerizzazione degli infanti”, attraverso la previsione di meccanismi volti a favorire l’espiazione della pena all’esterno delle strutture detentive nei primi anni di vita del bambino.
Una tappa fondamentale è costituita dalla riforma dell’ordinamento penitenziario del 1975, che colloca al centro del sistema la figura del detenuto. Nel configurare per la persona reclusa o internata un vero e proprio “diritto a prestazioni sanitarie” e nel riconoscere che il diritto alla salute spetta «alla pari dei cittadini in stato di libertà», la normativa richiama la necessità di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, ma anche – specificamente – dell’assistenza sanitaria per la gravidanza e la maternità, oltre che dell’assistenza pediatrica ai bambini che le donne recluse possono tenere in istituto durante la primissima infanzia. Così, presso ogni istituto penitenziario per donne, furono previsti servizi speciali per l’assistenza sanitaria alle gestanti e alle puerpere. Per le detenute madri, era inoltre contemplata la possibilità di tenere presso di sé i figli fino all’età di tre anni, con il connesso obbligo dell’amministrazione penitenziaria di organizzare appositi asili nido per la cura e l’assistenza dei bambini. Pur nella salvaguardia della relazione materna, l’ingresso di un minore di tre anni in carcere rappresentava, comunque, una soluzione problematica poiché rendeva il successivo distacco forse ancor più drammatico. Inoltre, recludeva il bambino in un “contesto punitivo”, certamente povero di stimoli, insalubre e non idoneo alla creazione di un rapporto affettivo fisiologico con la figura genitoriale e – in generale – all’apprendimento, così fondamentale nei primi anni di vita.
Proprio nella consapevolezza della problematicità del tema, nel 1986, con la cd. “legge Gozzini”, dal nome del suo promotore, era così stata introdotta una modifica all’ordinamento penitenziario, prevedendo la detenzione domiciliare per la madre di prole in tenera età e garantendo al bambino un’assistenza materna continuativa in ambiente familiare o comunque extracarcerario. In particolare, nel caso di una donna incinta, o madre di prole di età inferiore a dieci anni con lei convivente, che fosse condannata, si prevedeva la possibilità di scontare, nella propria abitazione o in altro luogo di privata dimora, la pena della reclusione non superiore a quattro anni, anche se parte residua di maggior pena, nonché la pena dell’arresto, fatto salvo il caso dell’elevata pericolosità sociale della madre. La Corte costituzionale aveva successivamente esteso anche al padre questa possibilità, ma solo in caso di decesso della madre o di sua assoluta impossibilità di assistenza alla prole
Nel 2001, con la cd. “legge Finocchiaro”, dal nome dell’allora Ministra per le pari opportunità, il legislatore pose al centro il fascio dei diritti e delle libertà del bambino coinvolto, riconosciuto come titolare di un diritto all’assistenza materna in modo continuato e in ambiente familiare. Così, fu introdotta la possibilità di differire l’esecuzione della pena non pecuniaria per la donna incinta e per la madre di un bambino di età inferiore a un anno, insieme a una serie di altre vicende di ambito sanitario per la persona interessata. Il differimento è possibile anche nel caso in cui la madre abbia un figlio di età non superiore ai tre anni, mentre per le condannate madri con figli di età non superiore ai dieci anni è possibile essere ammesse alla detenzione domiciliare, se non sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti e vi è la possibilità di ripristinare la convivenza con i figli. La legge aveva pure introdotto l’istituto della detenzione domiciliare speciale, che consente alle detenute condannate a pene superiori a quattro anni, madri di bambini di età non superiore a dieci anni, di poter scontare il residuo di pena presso la propria abitazione o in altro luogo di cura, assistenza o accoglienza, dopo aver espiato un terzo della pena in carcere o quindici anni in caso di condanna all’ergastolo.
Nel 2011, proprio per superare i limiti messi in luce dall’applicazione della cd. “legge Finocchiaro”, fu introdotta la possibilità di espiare la prima parte di pena (un terzo o quindici anni in caso di ergastolo) all’esterno del carcere, presso un istituto a custodia attenuata per detenute madri e presso case protette.
Con la riforma dell’ordinamento penitenziario del 2018, la normativa è stata ulteriormente modificata, consentendo alle madri di tenere presso di sé i figli fino all’età di tre anni e prevedendo per la cura e l’assistenza dei bambini appositi asili nido.
Il testo approvato ha confermato la connessione fra le tutele e l’età del minore, con la libertà della madre fino al terzo anno di vita anche in caso di condanna in via definitiva, la detenzione domiciliare e l’assistenza extracarceraria fino ai dieci anni.
Un recente studio precisa che le detenute madri con figli al seguito presenti negli istituti penitenziari italiani sono 49 e 54 i minori, di cui 11 donne con 14 minori al seguito non recluse negli Icam e, dunque, all’interno delle “sezioni nido”. A seconda di come si intenda la questione, ciò può essere ritenuto una prova del successo della normativa, visto il numero contenuto di persone recluse, come pure del suo insuccesso poiché, comunque, vi sono minori trattenuti negli istituti penitenziari e che stanno scontando pene per azioni commesse dalle proprie genitrici.
Alla luce del quadro normativo vigente, oggi, per le madri condannate in via definitiva, è garantita la temporanea libertà fino al compimento dei tre anni del bambino, nonché, sino ai dieci anni, la detenzione domiciliare e l’assistenza fuori dal carcere. Al superamento del decimo anno di vita del bambino, l’ordinamento non ritiene più sussistente la necessità di proteggere la relazione materna, fatti salvi i casi di grave disabilità del figlio.
È dunque ancora presente – in nome della discrezionalità legislativa – un limite al di sopra del quale non è più possibile accedere ai benefici, fissato in tre, sei o dieci anni, reputate età in cui il bambino possa non avere ancora una propria autonomia o non comprendere appieno il contesto nel quale si trova.
Da notare come la recente riforma ha, da ultimo, definitivamente sdoganato l’espressione “asili nido” nell’ambito del contesto penitenziario, criticamente riproponendo l’ambiguità di fondo che rende pensabile la detenzione di bambini in tenera età.
Al quadro normativo interno si affiancano le regole di rango internazionale che richiamano la necessità di valutare la maternità e le sue peculiari esigenze, anche in chiave organizzativa e infrastrutturale, prendendo atto di come il carcere non sia un luogo idoneo per la crescita di un minore.
Il tema della tutela della maternità reclusa si mostra come certamente bisognoso di un complessivo ripensamento, sotto molti punti di vista, ma di sicuro ci sono già gli strumenti che, se sfruttati e considerati, avrebbero consentito il non verificarsi di quanto è accaduto.
Ben vengano quindi le indagini e chi ha sbagliato paghi e a cominciare dalla testa, perché il pesce puzza sempre dalla testa.
L'articolo è pubblicato nel settimanale "La Riviera" di Domenica 19 Settembre.
sabato 18 settembre 2021
IL DR. ANTONINO MARIO MUSOLINO, AMMINISTRATORE DEL GRUPPO FB "INSIEME PER LA CALABRIA", INVIA UNA LETTERA AI PREFETTI DELLA CALABRIA PER MANIFESTARE UNA SANITA' CARENTE.
Eccellentissimo Signor Prefetto di Catanzaro,
Cosenza,
Crotone,
Reggio Calabria,
Vibo Valentia.
RAFFAELLA, L'ETERNA RAGAZZA, AMICA DI TUTTI NOI.
Piangeremo tutti la sua assenza: la sua famiglia, i suoi colleghi, i suoi alunni, la sua scuola che Lei tanto ha amato e per la quale si è sempre sacrificata, e i suoi amici.
In questo momento, mi sento solo di maledire il suo triste destino; ma è necessario un pensiero che consoli coloro che sempre la ricorderanno: “Ringraziamo Dio per averci onorato della Tua conoscenza, Raffaella, e l’unica consolazione che ci resta, è che prima o poi Ti rivedremo in un mondo meraviglioso avulso di dolore.
Ciao "AMICA NOSTRA”
giovedì 16 settembre 2021
INTITOLAZIONE DEL CENTRO STUDI DI DIALETTOLOGIA AL PROF. GIUSEPPE FALCONE
Questa sera, nell'ambito delle iniziative promosse nella "Settimana della Cultura", l'Associazione culturale "Roccella com'era" insieme al Comitato Festa Maria SS Addolorata e al patrocinio del Comune, promuoverà prima un Convegno e poi l'istituzione e l'intitolazione del Centro di studi di dialettologia presso la Casa della Cultura sita in via Garibaldi, al prof. Giuseppe Falcone, venuto a mancare qualche anno fa, grande biblioteca vivente della storia e del dialetto calabrese.
mercoledì 15 settembre 2021
SABATO 18 IL PRIMO ROCCELLA FITWALKING YOUNG
Il cappellino che verrà dato
in omaggio a tutti i bambini
Rimandato al 18 Settembre il 1° Roccella Fitwalking Young, la manifestazione ludico - motoria che doveva tenersi lo scorso sabato e rimandata a causa dell'allerta meteo.
Quindi ora è davvero tutto pronto per questa nuovissima esperienza dell'associazione "Calabria Fitwalking", che abbiamo presentato la scorsa settimana (https://roccellasiamonoi.blogspot.com/2021/09/sabato-11-settembre-si-parte-con-il-1.html).
L'attività, ricca di tante sorprese durante il percorso, è si dedicata a ragazzi/e, ma è anche aperta ai loro genitori e agli adulti che potranno accompagnare e divertirsi insieme ai tanti giovanissimi.
Buon divertimento a tutti.
martedì 14 settembre 2021
SEMINARIO ORGANIZZATO DA "SPAZIO MARX" IN COLLABORAZIONE CON L'ASSOCIAZIONE SCHOLE'
“Le forme dell’associazione in Marx”
18 settembre 2021 – ex Convento dei Minimi di Roccella Jonica
Terzo seminario annuale organizzato da “Spazio Marx”
in collaborazione con
Comune di Roccella Jonica
Associazione Culturale Scholé di Roccella Jonica
Nata nel 2018, bicentenario marxiano, per iniziativa di studiosi appartenenti a diverse università italiane (Luca Basso, Padova; Giorgio Cesarale, Venezia-Ca’ Foscari; Vittorio Morfino, Milano-Bicocca; Stefano Petrucciani, Roma-Sapienza) l’associazione “Spazio Marx” si è data l’obiettivo di valorizzare la straordinaria ricchezza del pensiero marxiano, a partire dalle importanti acquisizioni filologiche degli ultimi anni, ma senza trascurare la cospicua eredità del marxismo novecentesco.
L’associazione organizza seminari annuali, il terzo dei quali si terrà il 18 settembre 2021 nell’Ex Convento dei Minimi a Roccella Jonica, a partire dalle ore 10.00.
Il titolo dell’incontro di quest’anno, che sarà introdotto dall’intervento di Luca Basso, è “Le forme dell’associazione in Marx” e tra i temi toccati dai relatori (Gianfranco Ragona, Marco Vanzulli, Maurizio Ricciardi e Jamila Mascat) ci sono la lettura marxiana della Comune di Parigi come nuova forma di democrazia, il confronto tra Marx e l’anarchismo, l’idea dell’associazione oltre lo Stato, il rapporto col pensiero postcoloniale.
Il seminario sarà fruibile anche da remoto sulla pagina facebook di Spazio Marx.
L’iniziativa è organizzata da “Spazio Marx” in collaborazione con il Comune di Roccella Jonica e con l’Associazione Culturale Scholé di Roccella Jonica.
Spazio Marx
MA LA PULIZIA DEGLI ALVEI DEI TORRENTI A QUANDO???
Ciao Nicola,
volevo segnalarti che alla fine della via Cannolaro nel congiungimento con via Lacchi, di fronte al campo sportivo, c'è l'alveo di un torrente che è completamente pieno di vegetazione, anche molto consistente (ti allego una foto).
Credo che siano tre anni che non viene pulito e, credo, questa situazione possa rappresentare un grosso problema se, malauguratamente, dovesse arrivare una cosiddetta "bomba d'acqua" quest'inverno.
Proprio vicino all'alveo, ci sono diverse abitazioni, tra cui una palazzina dove vi abitano una ventina di famiglie.
Io non so se gli altri torrenti presenti nel paese sono stati o meno puliti, ma questo credo non sia affatto da sottovalutare.
Grazie se te ne interesserai del problema, avrei voluto scrivere al sindaco ma alcune persone mi hanno detto che è inutile perchè lui non risponde.
Risposta Nicola:
Credo sia un lavoro di competenza del Consorzio di Bonifica su richiesta del Comune. Per questo credo sarebbe necessario fare una lettera scritta (e protocollata) al Sindaco firmata da alcuni residenti, nella speranza di una risposta e di un intervento rapido.
domenica 12 settembre 2021
PADRE GIOVANNI RINGRAZIA IL COMITATO FESTA SAN ROCCO
L' intera somma dell' utile d' esercizio che è rimasta della Festa l' hanno interamente devoluto alla nostra Chiesa per poter acquistare ciò che ci serviva per lo svolgimento delle funzioni: una fornitura di cera liquida per le candele dell' Altare, una nuova fornitura di ostie e ostie magne che servono per le celebrazioni, una scatola di carboncini per l' accensione dell' incenso, lo stesso incenso e hanno avuto la bella idea di realizzare e acquistare due camici personalizzati per il servizio Liturgico con lo stemma del nostro Patrono San Vittorio.
2 agosto 2020 - 2 agosto 2021: Un anno senza Ludovico
JEU SUGNU CALABRISI - Sigla ufficiale Musica Etnosong 2019 Premio Mia Martini
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ROCCELLA JONICA VISTA DA GERACE
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DUE STRAORDINARI SCATTI DI ANGELO LAGANA'
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VINCENZO MILANO CI REGALA L'ECLISSI SOLARE VISTA DAL CASTELLO
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Questo straordinario evento è stato filmato dal videomaker Vincenzo Milano del Laboratorio DreamLab Studio di Roccella Jonica dalla postazione della Torre di Pizzofalcone. Un video, montato e musicato con grande sapienza, capace di trasmettere un brivido di emozione.
FESTIVAL JAZZ: DALLA GRANDE ILLUSIONE ALL'IMPIETOSA REALTA'
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OLTRAGGIO ALLA CITTA'
ECCO PERCHE' POCO PIU' DI UN ANNO FA PESTAVA I PUGNI SUL TAVOLO DEL CONVENTO DEI MINIMI
I VINCITORI DI ROCCELLA ON YOUTUBE
Meritato primo posto per l'invenzione "Scirobetta" dal nome dei due cortiggiani del re Carafa che nel caldo estivo roccellese ha trovato rinfresco solo con questa speciale bibita a base dei nostri limoni... Simpaticissimi e bravissimi davvero tutti i ragazzini-attori che hanno recitato nel video. Con questo video credo che si mostra per la prima volta l'interno del nostro castello in via di restauro in rete. 10 e lode a Francesco Cappelleri, complimenti vivissimi.
Solo un'idea cosi innovativa poteva battere il vincitore dello scorso anno. Alessandro Neumann, dopo il simpaticissimo "U Pirozzu" con cui ha trionfato nella prima edizione, ha girato il secondo atto che si chiama "U tarantozzu" ed è ancora una volta uno strepitoso successo. Le suggestive immagini dal basso dei passi di taranta, dimostrano l'estro e il talento dell'autore che conferma molti dei protagonisti-attori de "U Pirozzu, che diventano delle vere e proprie macchiette. Non vedo già l'ora di vedere la terza parte il prossimo anno...
Da museo il terzo video classificato girato e montato da due giovani, Antonio Dimasi e Felice Guarneri, con lo zampino dei reperti "storici" fotografici dell'archivio dell'associazione "Roccella com'era". "Fra i ricordi di un passato" è la storia di due bambini che, attraverso stupende immagini del passato di Roccella Jonica che sembrano animarsi grazie agli effetti speciali degli autori, raccontano la vita di 50 anni fa del loro paese e alla fine, oggi, si chiedono... "Chissà come sarà fra 50 anni?" Bellissima colonna sonora e un invito a tutti di guardarlo, agli adulti per fargli rivivere meravigliose emozioni e ricordi e ai giovani per fargli scoprire la semplicità insieme al sorriso genuino che c'era una volta. Da pelle d'oca...
E adesso non ci resta che... ammirarli.