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L'imboccatura del Porto delle Grazie interessata al dragaggio |
Abbiamo avuto notizia che in questi giorni inizierà il dragaggio
dell'imboccatura del Porto delle Grazie. Dovrebbe essere rimossa quindi tutta
la sabbia che, ad oggi, è quasi a cresta d'onda
e crea problemi, se non
addirittura l'impossibilità alle imbarcazioni ad entrare ed uscire dal Porto di
Roccella.
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Questi sono i disegni che si scambiano
i diportisti per consigliare l'entrata nel porto di
Roccella interessato dall'insabbiamento. |
Pare che, finalmente, l'incarico da parte della Società di
gestione (al 71% del Comune di Roccella) sia giunto alla ditta Franco che da
oggi dovrebbe iniziare a realizzare il cantiere di lavoro e, dopo i dovuti
rilievi, a sistemare presso l'imboccatura del Porto le attrezzature necessarie
per liberare da sabbia, ghiaia e detriti. La draga pare stia per giungere dal
Porto di Gioia Tauro.
Nei giorni scorsi, comunque, abbiamo visto lavorare all'ingresso
del porto un braccio meccanico: si è trattato di un lavoro urgente e
straordinario per consentire l'uscita di una barca a vela inglese in sosta da
diversi mesi al Porto. Ciò ci fa capire la pochezza e l'incompetenza - oltre
che lo sperpero del denaro dei roccellesi - nella gestione del Porto, gestione
costretta a fare i salti eccezionali per poter far uscire una sola barca!!!
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Una darsena del Porto quasi completamente vuota |
Il problema annoso dell'insabbiamento è presente al Porto di
Roccella sin dalla sua realizzazione e rappresenta una delle cause di
scoramento dei diportisti di passaggio a fare sosta nel nostro Porto; di
recente una imbarcazione ha subito seri danni con, addirittura, il rischio di
capovolgersi; tutti i pescherecci (paranze) che un tempo confluivano ed avevano
come punto di riferimento Roccella si sono visti costretti, proprio a causa del
pescaggio alto dell'imboccatura del porto (le paranze pescano intorno a mt.1,80
mentre la parte più profonda dell'entrata del Porto sembra essere di mt.1,60),
a spostarsi a Crotone.
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L'abbandono delle aiuole vicino al bar (chiuso!) |
Oggi, cosi com'è avvenuto nel 2009, in caso di mancato
dragaggio, il Porto dovrebbe chiudere!!!
Ricordiamo che negli anni scorsi il dragaggio dell'imboccatura
del Porto di Roccella è stato effettuato con dei contributi della Provincia di
Reggio Calabria, nel 2012 (30 mila euro) e nel 2013 (80 mila euro). Due
interventi effettuati con soldi pubblici nei due anni intercorsi tra la
sentenza del Consiglio di Stato a favore della società "Porto delle Grazie"
srl e l'effettiva concessione demaniale (la concessione è stata ritardata di
due anni proprio per beneficiare di altri soldi pubblici per interventi che
altrimenti avrebbe dovuto effettuare la società mista???)
Il Porto di Roccella dal 2014 (data di entrata a regime della
società "Porto delle Grazie") ha perso intorno ai 2/3 di posteggi
barca, vuoi per le tariffe quadruplicate, vuoi per una gestione sommaria ed
incompetente, vuoi per il problema dell'insabbiamento, fatto sta che oggi,
andando al Porto di Roccella, il clima è di completa desolazione. Mettiamoci
anche la chiusura (forzata) del bar che animava un po' l'ambiente e vi lascio
immaginare che deserto che c'è. E, come se non bastasse, il degrado s'imbatte
anche sotto le pinete, davvero piene di zozzerie!!!
L'unico servizio funzionante è il servizio di biciclette, molto
gettonato nelle belle giornate dai visitatori (più che altro locali...); ma,
pensate un po', nell'ufficio dove sono custodite le biciclette il Comune di
Roccella Jonica ha interrotto la fornitura dell'acqua! Il "santo"
Giovanni Amato, che offre il servizio bike sharing con grande passione, è stato
messo nelle condizioni di non poter neanche andare al bagno e per riparare una
camera d'aria dalle forature deve andare a prendere l'acqua con il secchio nei distanti
spogliatoi. Ridicolo!!
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Il pozzo artesiano costruito nel 2012
dietro la struttura che offre il servizio
noleggio biciclette |
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I serbatoi che dovrebbero contenere
l'acqua del pozzo artesiano |
Un imponente pozzo artesiano, costruito con soldi pubblici
(intorno ai 20 mila euro) di quel famoso finanziamento regionale di 4 milioni e
800 mila euro, non è mai entrato in funzione, anzi dei materiali altamente
tecnologici che dovrebbero essere custoditi adeguatamente in una cabina chiusa,
sono invece esposti agli agenti atmosferici che ne hanno causato l'usura e la
rottura.
Voglio concludere ritornando per un momento al problema - si
perché proprio di problema trattasi - dell'acquisizione (illegittime) delle
quote di Invitalia da parte del Comune. Qualcuno si ricorderà che
"Roccella bene comune" ha denunciato in consiglio comunale la
mancanza dell'autorizzazione da parte del Ministero dello sviluppo economico, di
quel "nulla osta" per la
vendita delle quote; autorizzazione che, "materialmente", non è mai
pervenuta ma che negli atti di vendita era menzionata.
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Una delle pinete in assoluto degrado. |
Questo nulla osta, indispensabile per l'avvenuta operazione
finanziaria di vendita del 71% delle quote di Invitalia al Comune di Roccella
Jonica, sarebbe stato rilasciato (?) dal Ministero dello sviluppo economico,
dall'oggi famosissimo ministro Federica Guidi, nota a tutti per i presunti
fatti di favoreggiamento nei confronti dell'attività del compagno indagato in
un'inchiesta sulle estrazione di petrolio.
La ministro, prima della sua presunta firma al via libera di
Invitalia per la vendita delle quote, era stata interessata da due
interrogazioni parlamentari firmate da 5 deputati e 10 senatori, nelle quali si
denunciavano sia le illegittimità di acquisto delle quote da parte del nostro
Comune e sia i gravissimi cambiamenti effettuati in corso d'opera da Invitalia
in sede di bando di gara.
Evidentemente la ministro Guidi, al tempo della firma - se c'è
stata - era occupata in ben altre faccende anziché leggere le istanze e le
preoccupazioni dei 15 parlamentari...
Ma crediamo che non ci siano problemi da parte della società di
gestione e da parte dell’amministrazione a fornire tutti i dati della
fantomatica autorizzazione, magari con copia.
Così come attendiamo risposte sulla nomina dell’amministratore
del Porto: abbiamo chiesto se sussistano o meno gli impedimenti previsti
dalla legge, sulla nomina di amministratori che abbiano avuto ruoli di
amministratori in altre società pubbliche, che hanno chiuso in perdita.
L’amministratore nominato risulta, per l’esame del CV, essere
stato, e forse essere, amministratore di Cinecittà, che risulta in dissesto.
La riforma Madia prevede che le società in house possano essere
dichiarate fallite, con tutti i rischi di insolvenza di ogni società privata.
Dunque, nessuno scudo, nessun trattamento diverso, massima
necessità di controllo, da parte della cittadinanza, pienamente coinvolta.
Attendiamo risposte, grazie!