Fonte:
http://www.corriereuniv.it/
Se ognuno
facesse anche la metà del suo dovere, le cose funzionerebbero. E
Nicola non sarebbe costretto a rimanere a casa”.
Nicola R. è uno studente di 17 anni, iscritto al
Liceo Artistico di Locri. Dopo due mesi infernali, però, due giorni fa, il padre, Cosimo, ha deciso di sospendere la frequenza: “Così era diventato davvero impossibile”.
È una battaglia lunga e silenziosa quella di Nicola R., che all’età di 3 mesi, dopo la somministrazione del vaccino obbligatorio, è stato colpito da un’emorragia cerebrale, che ha causato danni al cervello.
Oggi, a distanza di 17, Nicola nonostante la fisioterapia accusa un
grave ritardo psicomotorio, con annessi disturbi comportamentali e una grave scoliosi lombare.
I problemi sono cominciati
già ai tempi della scuola materna. “Abbiamo dovuto fare
ricorso al tribunale per ottenere la figura dell’insegnante di sostegno con rapporto 1/1″ – racconta al
Corriere dell’Università Cosimo -. Alle scuole elementari, poi, ho dovuto protestare energicamente contro il Comune di Locri, per far valere i diritti all’assistenza di mio figlio”.
Anche oggi la scuola “si trascina dietro problemi atavici”. Ad ogni inizio anno scolastico si presentano le stesse criticità. Cosimo, poliziotto penitenziario,
segue Nicola in ogni passo, garantendo la sua presenza fisica al Liceo.
Ma le cose non sono andate come previsto. Nicola, infatti,
ha iniziato più tardi rispetto ai compagni di classe, perché la struttura
non era pronta ad ospitarlo. “Siamo all’inizio della terza settimana di frequenza, ed abbiamo capito l’inadeguatezza delle figure assegnate a mio figlio – spiega Cosimo – . In circa 15 giorni di scuola, Nicola non ha mai avuto la sostituzione del pannolone nei tempi giusti.
L’affetto per Nicola non manca, ma
gli operatori svolgono senza professionalità il proprio lavoro”.
Nicola passa solo qualche ora al giorno insieme al gruppo classe ed il restante tempo viene giustificato per colazione, cambio pannolone e lava mani, e “di fatto rimane isolato dai compagni di classe” – racconta il padre. Insomma rimane in un’aula in disparte, con la sola compagnia dell’assistente.
“È adeguato che Nicola stia parcheggiato senza compagni di classe?” – continua Cosimo – Oppure è la scuola che ancora oggi non si è adattata? Forse non ha un programma individuale da seguire? Forse necessita di ulteriore integrazione scolastica psicologica?”.
Tra l’altro l’aula che ospita la 1a B, la classe di Nicola, è al piano terra, mentre la stanza per l’igiene è rimasta al primo piano, la stessa dove lo studente passa ore in compagnia dell’Assistente sociale. Nonostante siano stati spesi parecchi soldi pubblici per adeguare la struttura, il problema rimane.
Due giorni fa è arrivata la decisione: “Al fine di non pregiudicare ulteriormente l’anno scolastico, ma soprattutto di non peggiorare le condizioni di salute di Nicola, siamo costretti a sospendere immediatamente la frequenza scolastica” – ha scritto Cosimo, in una lettera indirizzata alle istituzioni.
“Chiediamo un incontro urgente, alla presenza degli assessori, degli insegnanti dell’istituto e degli esperti dell’unità di Neuropsichiatria infantile”.
“Le leggi e le linee guida potrebbero funzionare se applicate, ma nessuno verifica – continua Cosimo nel suo appello – Le Regioni e le Province tardano nei loro adempimenti, e di conseguenza le scuole sono inadeguate ad assistere studenti come Nicola.
Esistono però istituti dove i dirigenti scolastici sono preparati professionalmente e culturalmente più di altri: forse perché sono capaci e non sono stati assegnati per nomine da raccomandazione come spesso accade”.
In attesa che si muovano le istituzioni, Nicola è tornato a casa. Ma Cosimo non si è arreso. Di recente è stata istituita un’Associazione Onlus denominata “Amici di Nicola“, che si batte per i diritti di Nicola e di tanti con situazioni simili alla sua.
È stata avviata, inoltre, una raccolta fondi con l’obbiettivo di portare Nicola in una struttura all’estero, a Kiev, per tentare la cura attraverso le cellule staminali. “I medici ci hanno dato tante speranze per un recupero anche a livello cerebrale” – spiega Cosimo, prima di sfogarsi.
“Oggi è la giornata internazionale per i diritti delle persone con disabilità. In tanti si riempiranno la bocca di parole retoriche e ridondanti. La verità è un’altra, e molto più triste: le persone diversamente abili sono sole, insieme ai propri genitori. Non li vuole nessuno, chi può li ignora.
Non ci sono parenti, amici, soldi: sei solo un rompiscatole perché pretendi i diritti di tuo figlio“.
Le parole di Cosimo sono dure: “In Italia rispettano più gli animali che i disabili: per tutta la vita sono andato avanti senza un riconoscimento da parte delle istituzioni. Ti trattano con sufficienza, come un numero. Oggi non c’è proprio niente da festeggiare”.
*Per chi volesse aiutare Nicola, il conto corrente di riferimento intestato all’Associazione Onlus Amici di Nicola è: IBANIT11P0760116300001028785853. Con bollettino postale c/c n. 1028785853
Raffaele Nappi