Questo blog lo aveva riferito il 29 novembre 2013, all'indomani del "famoso" Consiglio Comunale, che da li a poco ci avrebbero "salato" (quel famoso consiglio comunale in cui si è parlato per due ore del rientro (?) del vergognoso prestito da 138 mila euro fatto per il festival Jazz e per dieci minuti della TARES che più interessava ai cittadini di Roccella http://roccellasiamonoi.blogspot.it/2013/11/in-attesa-dei-salassi-della-tares-tutti.html) .
Subito dopo ne ha dato conferma il consigliere Alvaro che, senza ancora che fossero stati fatti i calcoli lassù in ragioneria, ci aveva preannunciato che da li a poco avremmo ricevuto delle vere e proprie "mazzate" sia per le utenze domestiche ma soprattutto per le attività commerciali già con un piede nel baratro in virtù della gravissima sofferenza per la crisi dei consumi e il carico fiscale.
Il Consigliere Pino Alvaro con in mano i costi di gestione dei rifiuti e in virtù dell'introduzione sproporzionata della TARES, ci aveva fatto la sua attenta analisi:
la tassa per lo smaltimento dei rifiuti è passata da 785.000 € nel
E meno male che con
E già la riduzione è stata fatta ma della ridicola percentuale del 3,20 per cento che sono briciole rispetto "alla castagna" che ci hanno assoggettato (pensate che si era data facoltà di poter fare la riduzione fino al 10%, ed invece il nostro Comune si è fermato al 3,20% dimostrando di non aver alcun rispetto nei confronti dei cittadini che in questi tre anni, con grande coscienza, hanno fatto scrupolosamente la raccolta differenziata, valsa per i riconoscimenti che il Comune si è pregiato nel 2013).
Il nocciolo della questione sta proprio nei costi di gestione del servizio rifiuti: perché la determinazione della TARES 2013 è calcolata in virtù dell'integrale copertura dei costi di investimento e di esercizio relativi al servizio di gestione dei rifiuti urbani (raccolta, trasporto, recupero e smaltimento). Alle utenze domestiche e non domestiche di Roccella Jonica gli è stato ripartito tutto l'incredibile sperpero di un milione e cento mila euro (ripartiti in costi fissi in €. 409,00 e costi variabili in € 601,00), nonché la cattivissima gestione di smaltimento le quali entrate per la vendita dei materiali riciclabili dovrebbe costituire il recupero dei costi.
Ed è proprio qui che bisognerebbe far partire una denuncia agli organi di controllo (Prefettura e Guardia di Finanza) per verificare come e perché si sono sperperati cosi tanti soldi per una raccolta differenziata in cui quasi tutti gli operatori sono pagati dallo Stato (LPU), la parte indifferenziata che si paga a tariffa intera (90€. alla tonnellata) è soltanto il 30%, tutto il resto è a tariffa ridotta (di 2/3 l'umido) e per il resto tutto il materiale riciclabile viene pagato al Comune dagli enti che lo smaltiscono e riciclano.
Ed invece ecco che ci ritroviamo con tutte le utenze domestiche gravate del triplo rispetto alla TARSU dello scorso anno e le attività commerciali con il 400% in più per macellerie e alimentari, il 500% in più per i bar/pasticcerie fino alla batosta finale dei negozi di frutta e verdura , pescherie, fiori e piante e pizzerie con un + 700% rispetto all'anno scorso.
Cifre da capogiro, "botte" da 3 mila e passa euro che stanno scatenando il putiferio fra i commercianti roccellesi, già stremati dai mancati incassi, dalle tasse ed ora spolpati fino all'osso con questa ultima mazzata.
E c'è chi corre al Comune inviperito per manifestare tutta la propria disperazione (una tre giorni davanti all'ufficio tributi e di ragioneria da "guerra civile" con gente esasperata che non è riuscita a trattenersi dal manifestare il proprio disappunto in maniera molto vivace), c'è chi minaccia di non pagare perché non ha assolutamente le risorse per farlo e c'è chi, con grande delusione e sconcerto, si prepara a fare gli adempimenti per la chiusura dell'attività.
In conclusione, in questa marea di beffe per cittadini e commercianti, ne riferiamo due: la prima per chi ha una casetta e viene solo per un mese all'anno dovrà pagare lo stesso gli straumenti per poi venirsi riconosciuta una detrazione del 30 per cento; la seconda beffa è l'arrivo del bollettino da pagare al 23 gennaio con obbligo di pagamento della 4° rata al 31 gennaio, quando per legge è stabilito che i Comuni devono dare comunicazione ai cittadini con almeno un mese di anticipo.
Cittadini cari, qui c'è qualcosa veramente che non va, c'è qualcosa che ci viene nascosto in maniera eclatante, un metodo di falsa e dubbia gestione amministrativa manovrata alle spalle dei cittadini in maniera furba e vergognosa. Qui ha ragione qualcuno che dice che dobbiamo passare subito alla carta bollata. Chè gli organi giudiziari e di controllo per favore intervengano subito perché, a questo punto, non ce la facciamo più!!!