Stanotte nell'isola ecologica sono stati incendiati due automezzi utilizzati per la raccolta differenziata.
È un ulteriore gravissimo attentato ai danni del Comune che si aggiunge a l'escalation criminale che sta vivendo la nostra cittadina in questi ultimi mesi ( sono quattro gli episodi di danneggiamenti dolosi nel giro di poco più di tre mesi)
Questo nuovo fattaccio riporta il nostro paese nella paura e nella perplessità non essendo mai stata in passato protagonista di azioni criminali del genere, facendo riflettere sul movente che fa scatenare la mano di persone, portandola nell'estremo di compiere attentati del genere ingiustificabili.
Domani è in programma un Consiglio Comunale dove sicuramente non si potrà fare a meno di riferire su questo ultimo grave attentato.
Terremo i lettori aggiornati nel momento in cui verremo a conoscenza di ulteriori sviluppi della notizia
Di recente la sanità nella Locride è stata oggetto di numerosi servizi e polemiche. Il servizio delle Iene, prima, e la visita della ministra Grillo, dopo, hanno contribuito a focalizzare l’interesse dell’opinione pubblica sul mondo della sanità. Abbiamo intervistato il dottor Domenico Bruzzese, responsabile medico del “Centro malattie polmonari” di Marina di Gioiosa Ionica.
Dottore Bruzzese, qual è il suo punto di vista sull’ospedale della Locride?
Bisogna esaltare la funzione dell’ospedale mettendo in condizioni i bravi medici che ci sono e il personale paramedico e ausiliario, altrettanto bravo, a svolgere le proprie funzioni. Ciò significa che in ospedale si fanno le prestazioni necessarie ma il filtro deve essere la sanità sul territorio che dovrebbe rispondere all’80% della richiesta sanitaria complessiva oltre alla prevenzione. E a questo punto dovremo pretendere un ospedale capace di “qualità” più che di quantità.
Se dovesse indicare tre priorità per risolvere i problemi più drammatici?
Si deve bloccare l’emigrazione sanitaria mettendoci in condizioni di dare le risposte necessarie sul territorio. E si può fare. Ciò costituirebbe un risparmio di denaro tanto per il servizio sanitario della Calabria ma soprattutto sulle famiglie degli ammalati che devono affrontare spese e disagi per andare a curarsi fuori casa.
Ci sono delle “eccellenze” e me ne può indicare qualcuna?
Eccome se ci sono! Ma è il sistema che spreca risorse umane ed economiche. Un sistema che non funziona e non consente ai medici di dare il meglio della loro professionalità.
Qual è lo stato della medicina sul territorio?
Attualmente carente ma si può e si deve recuperare.
In Calabria si vive due anni in meno rispetto al centro Nord a causa delle carenze del servizio sanitario nazionale. Questo è vero soprattutto per i ceti più poveri. Avrebbe qualche indicazione da proporre per risolvere il problema?
È drammatico nel momento in cui prescrivi un farmaco a un paziente appartenente alle fasce del disagio sociale sentirti dire “ma è prescrivibile?”. I poveri non sono più in condizioni di curarsi. E questi sono soprattutto pensionati, precari, disoccupati. Insomma gente che avrebbe più bisogno di cure. Così una parte consistente della popolazione paga un prezzo alto a scelte politiche sbagliate e ingiuste. Considero ciò un’offesa alla Costituzione e una grave ingiustizia a cui bisogna porre rimedio al più presto possibile. Non si può vivere oltre due anni in meno perché calabresi e per giunta poveri. Aggiungo, inoltre, che la legge sulle autonomie regionali, meglio conosciuta come la secessione delle Regioni ricche, aggraverà notevolmente i problemi nella sanità. Lo dico da cittadino e da medico e rispetto a ciò non è impossibile il disimpegno.
E infatti! Lei è figlio d’arte, nel senso che suo padre Giuseppe Bruzzese è stato per lungo tempo tra i punti di riferimento principale della vita politica della nostra zona. Come mai sinora Lei non è stato particolarmente attivo nell’impegno politico?
Nella mia famiglia l’impegno politico è stato “pane quotidiano” da sempre. Ricordo mio padre sempre fuori casa e in giro in tutti i paesi della Locride. Sempre coerente col suo partito e attento ai bisogni della gente.
Io ho votato sempre la Sinistra e sono iscritto al PD ma dinanzi ai problemi di cui abbiamo parlato e al clima fosco che s’è creato in Itali, a ritengo che bisogna dismettere i panni del semplice iscritto. Ho deciso di impegnarmi a Roccella, che è il mio Paese, per dare un contributo all’intera zona ionica che ha bisogno di tutte le energie disponibili. Per esempio ho fatto mio il progetto di “Roccella Futura” e il mio impegno non sarà contro qualcuno ma per costruire un Paese sempre più attento ai bisogni delle fasce più povere della popolazione, più vicino ai cittadini. Le opere pubbliche sono importanti ma non bastano più. Quindi mi batterò perché a Roccella siano istituiti alcun presidi fondamentali per la partecipazione e lo sviluppo. Mi riferisco d una organizzazione di un sevizio di assistenza domiciliare; uno sportello informativo di sostegno alle famiglie disagiate, agli anziani, ai diversamente abili, ai giovani. E, inoltre, alcuni presidi di democrazia e partecipazione popolare istituendo: il consiglio comunale dei ragazzi, la consulta giovanile, la commissione delle “pari opportunità” e lo sportello per l’imprenditoria giovanile. Vorrei che Roccella avesse una funzione di traino su tutto il territorio della Locride e, inoltre, che il Comune giocasse un ruolo attivo nella conferenza provinciale dei comuni dell’Asp dove, a dispetto della legge, i sindaci sono stati emarginati.
Con Bebbo Alvaro sindaco questo "progetto" potrebbe realizzarsi. Parliamo di una persona che si è contraddistinta per essere stato un bravo amministratore, un ottimo professionista, un cittadino integerrimo e coerente, e sempre vicino al Suo Paese e alla Sua gente.
Ilario Ammendolia