Già dal titolo, in questi giorni che hanno preceduto le anteprime del 31 luglio e del 1° Agosto, si era creata una grande curiosità richiamando fra la gente quel luogo comune secondo cui, chi ha un parente in America, ha già un tesoro perché, quando non mancherà di ritornare nella terra di origine, disporrà, oltre che di "cingomme" per tutti, anche di cospicui regalie.
Questo, ma molto altro, è la divertentissima commedia de 'U ziu d'America che, venerdì scorso, nella seconda anteprima che ho avuto il piacer di assistere, è stata accolta con 7 minuti di lunghi applausi, con il pubblico del Piccolo teatro in piedi a conclusione di due ore spassose, volate via come il vento, preso e coinvolto nelle vicissitudini della famiglia Tramontana che accoglie, più o meno bene, il ritorno "du ziu d'America", impersonato dallo straordinario Nicola Capocasale che è entrato a pennello nella parte con quell'accento di dialetto calabrese/italiano americanizzato, che fa raggiungere alla commedia gli apici, prima della comicità e dopo della commozione.
Sulla falsariga delle precedenti commedie scritte da Pino Carella la comicità si intona e armonizza con i temi di natura sociale che fanno riflettere con il trapasso nell'animo di non poche emozioni. Il tutto condito con proverbi, modi di dire, aneddoti, usanze, scaramanzie che sono il sale e il pepe della commedia.
Faccio solo un accenno alla storia perché non c'è cosa più bella che accorrere tutti a vederla il 9 agosto prossimo per viverla intensamente con tutti i suoi colpi di scena. "U ziu d'America", commedia realizzata in tre mesi di super lavoro di tutti i componenti dell'ATRJ, vale proprio la standing ovation che il pubblico ha voluto riservargli al termine delle due anteprime a favore di attori, regista e tutti i collaboratori, a prova della forte soddisfazione in virtù dell'eccelsa qualità dell'opera appena vista.
La storia si sviluppa in un ambiente storico non troppo lontano, diciamo negli anni di fine secolo ma in ogni modo prima dell'avvento dell'euro: Anna (Marta Placanica) e Tonino (Ilario De Marco) sono una coppia come tante del nostro paese che hanno accolto nella loro casa Pina (Rosita Maiolo) la mamma di Tonino, per non farla stare sola "nella casa sutta o vajuni" dopo la morte del marito.
Alla prima non gradita presenza in casa, si aggiunge l'arrivo di zio Felice (Nicola Capocasale) dall'America, dopo quarant'anni di lavoro Oltreoceano.
Anna, che già "sopporta" a malincuore la suocera, accetta di accogliere il parente americano con la speranza che delle fortune che, si dice, Zio Felice abbia fatto in America possa beneficiarne la sua famiglia.
Passano i giorni e i mesi ma questi "picciuli" lo zio Felice "non li sgancia"; li elargisce però, di nascosto, alla piccola Celestina, la figlia perspicace ma non prediletta di Anna che, invece, da tutte le sue maggiori attenzioni al figlio Carmelino nonostante la sua maggiore irrequietezza e furbizia.
A dare colore e, soprattutto, a far ridere a crepapelle lo spettatore ci sono le inclusioni della vicina di casa Mimma Lampo (Teresa Lombardo) che, col il suo "occhju tostu", è la "malanova" vivente per nonna Pina, e il postino Rafeli Scrocco (Enzo Marcellino) che già dal nome è una garanzia, un vero e proprio parassita che dove passa lui... scrocca!!!
Tre atti con un crescendo di risate e un finale avvincente a sorpresa!!!
Un dieci e lode per tutti gli attori, diciamolo pure, professionisti della commedia, tutti pienamente calati nei personaggi sia nell'interpretazione che nell'espressione. Marta Placanica, per la terza volta protagonista, mai una sbavatura, e, nonostante il difficile personaggio che non si fa molto amare, ci regala un finale davvero toccante. Di Nicola Capocasale abbiamo già detto, lui è insuperabile, la scena è tutta sua, ogni sua battuta, fa ridere, fa riflettere, fa emozionare... Eccellente Rosita Maiolo, la suocera che nel finale, insieme a Zio Felice, è protagonista del "colpo di scena": un grande ritorno il suo dopo "A Ruga vegghjia" e la pausa con "A casa sutta all'ortu".
Per il debuttante Ilario De Marco "messosi in gioco" a 60 anni (come ha riferito a fine commedia il regista Carella) non è stato per niente facile, ma grazie alla sua passione e la sua costanza, seguendo i consigli del resto della troupe e del regista Carella, ha fatto (e farà) il suo gran bel figurone.
Ormai collaudati i due giovanissimi Alexandra Carella che ricopre un ruolo importantissimo e di grande efficacia nella commedia e Niccolò Ursino, sempre pronto e concentrato nonostante la giovanissima età.
Di Teresa Lombardo, pluripremiata ad ogni commedia per la sua espressività e il suo talento, anche nel ruolo di colei che porta jella, è straordinaria ed ogni volta che suona la porta di casa Tramontana con il suo ingresso in scena già si scatenano le risate.
Enzo Marcellino, quale miglior ruolo se non il mestiere che lui ha fatto realmente per tutta la vita, ossia il postino (incredibile quando anche lui entra in scena con una camicia stile hawaiana "scroccata" allo zio d'America); un ruolo azzeccatissimo e portato fino al massimo dell'esaltazione con dei passaggi sensazionali che solo la fantasia e l'estro dell'autore Pino Carella potevano realizzare.
Infine, ma non per ultimo, un plauso per Roberto Camera il factotum della Compagnia che non recita ma lavora come e più degli altri affinché tutto vada nella perfezione delle cose, e, nuovamente, a Nicola Capocasale che ha realizzato la scenografia curata nei minimi particolari.
Il M° Pino Carella, in cabina di regia. |
Da ascoltare dieci, cento, mille volte la melodica colonna sonora musicata e cantata dal Mimmo Cavallaro (re della musica etnica) su un testo di Pino Carella, un vero e proprio inno degli emigranti.
Al termine un solo invito: Non perdetevela assolutamente il 9 Agosto prossimo al teatro al castello. Tutti coloro che non ci saranno sabato per la "Prima" de "U Ziu d'America" avranno proprio tanto da che rammaricarsi.