Pagine

Pagine

Pagine

Roccella in vetrina

lunedì 20 aprile 2020

IL MONITO DI PAPA FRANCESCO:"L'EGOISMO E' PEGGIO DEL VIRUS"






Città del Vaticano - «Senza una visione d’insieme non ci sarà futuro per nessuno». La fase 2 del ritorno alla normalità, «mentre pensiamo a una lenta e faticosa ripresa dalla pandemia, si insinua un pericolo: dimenticare chi è rimasto indietro». Papa Francesco parla di un altro virus in arrivo, ben peggiore del Covid-19. «Il rischio è che ci colpisca un virus ancora peggiore, quello dell’egoismo indifferente. Si trasmette a partire dall’idea che la vita migliora se va meglio a me, che tutto andrà bene se andrà bene per me». Cosi nell'omelia di papa Francesco nella messa di ieri celebrata nella antica chiesa di Santo Spirito in Sassia, a due passi dal Vaticano. 

E' una messa dedicata alla capacità della fede di rialzare l'uomo. La scelta di celebrare in questa chiesa (divenuta santuario) assieme a monsignor Rino Fisichella, artefice del Giubileo della Misericordia è per rendere omaggio a santa Faustina Kowalska, una mistica polacca alla quale si devono visioni e immagini sul Cristo misericordioso e alla quale San Giovanni Paolo II era molto devoto. «Nella vita andiamo avanti a tentoni, come un bambino che inizia a camminare, ma cade; pochi passi e cade ancora; cade e ricade, e ogni volta il papà lo rialza. La mano che ci rialza sempre è la misericordia: Dio sa che senza misericordia restiamo a terra, che per camminare abbiamo bisogno di essere rimessi in piedi». 

La fase 2 coincide con ulteriori prove di tenuta sociale, etica, morale e non solo sanitaria. Francesco denuncia la tentazione di «selezionare le persone, a scartare i poveri, a immolare chi sta indietro sull’altare del progresso».
«Questa pandemia - ha aggiunto il Papa - ci ricorda però che non ci sono differenze e confini tra chi soffre. Siamo tutti fragili, tutti uguali, tutti preziosi. Quel che sta accadendo ci scuota dentro: è tempo di rimuovere le disuguaglianze, di risanare l’ingiustizia che mina alla radice la salute dell’intera umanità! Impariamo dalla comunità cristiana delle origini, descritta nel libro degli Atti degli Apostoli».
Le prime comunità cristiane «avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno» ha detto il Papa. Aggiungendo subito dopo. «Non è ideologia, è cristianesimo»

Nessun commento:

Posta un commento