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Roccella in vetrina

martedì 23 giugno 2015

"C'E' STATO UN "DISEGNO" PER CUI LA FERROVIA JONICA E' STATA DISTRUTTA A FAVORE DEL GOMMATO". L'INTERVENTO INTEGRALE AL CONVEGNO SUI TRASPORTI DEL PROF. PINO ALVARO.

Continuiamo con l'approfondimento sul Convegno "Trasporti sulla Jonica - per uscire dall'isolamento - tenutosi venerdì scorso a Roccella con successo di pubblico e di contenuti. Nell'occasione sono state sviscerate tutte le annose criticità e date, dai vari interlocutori, anche diverse possibili soluzioni.

L'assessore De Gaetano, nel suo intervento conclusivo, è apparso deciso e determinato su alcune delle iniziative avanzate, ha dato una serie di soluzioni che, quanto meno, dovrebbero dare un po' di respiro alla gravissima situazione attuale relativa ai collegamenti stradali e ferroviari davvero pessimi.

Visto che a riferire la sintesi dell'intero convegno - organizzato magistralmente dal Circolo democratico di Roccella Jonica diretto dall'on. Mimmo Bova - ci hanno pensato in maniera proficua i giornali sia cartacei che telematici, dopo la relazione dell'Ing. Vanessa Riitano pubblicata su questo blog qualche giorno fa, vogliamo riproporre l'interessante intervento del preside Giuseppe Alvaro, membro del direttivo del Circolo PD di Roccella e soprattutto fondatore, insieme ad altri "coraggiosi" roccellesi, dell'associazione per la difesa, salvaguardia e potenziamento della ferrovia jonica, che ha fatto una disamina puntuale della situazione, con dei cenni storici e i vari passaggi che hanno portato ai giorni nostri di certo non a livello di una società avanzata.

I TRASPORTI SULLA IONICA - PER USCIRE DALL'ISOLAMENTO

 Prima di iniziare a trattare dei trasporti sulla Ionica è importante fare una breve disamina delle infrastrutture e quindi dei trasporti della Calabria, focalizzando soprattutto il tratto ionico reggino e le sue criticità.

Trattiamo, certamente, di un argomento fondamentale per il futuro della Calabria, e della Locride in particolare, secondo solo all'ormai annoso problema sanitario, di cui ci siamo interessati in un convegno un mese fa.

Le infrastrutture e i trasporti che, di fatto, costituiscono lo stato di salute di una regione, sono, infatti, la condizione essenziali ed indispensabili per creare sviluppo e lavoro.

Se dunque sono lo specchio di un territorio, l'immagine che risulta della Calabria non sembra certo incoraggiante, direi che assume un colore molto scuro, quasi nero se è vero come è vero che è bastato il crollo del “Viadotto Italia” sull'A3, avvenuto lo scorso 2 marzo, per mandare in tilt i colleganti stradali di tutta la Regione con gravissimo danno non solo della mobilità e dei trasporti, ma anche dell'intera economia calabrese.

(Se si riflette bene, è davvero impressionante che il crollo di un viadotto possa mettere in ginocchio un'intera regione, ma tant'è!.)

Senza soffermarci sui successivi balzelli di responsabilità che hanno visto coinvolte la Regione, L'ANAS e persino la Magistratura, riferiamo che nell'incontro del 3 giugno scorso avvenuto a Roma tra il ministro Del Rio e il presidente Oliverio, dopo aver preso atto che ci troviamo in una Regione che per troppo tempo è stata costretta a subire la completa assenza dello Stato, si è deciso che i lavori sarebbero iniziati verso la metà di luglio, cioè 4 mesi e mezzo dopo il crollo, per essere ultimati … Chissà quando! Sembra entro il mese di luglio! (lo stesso tempo in cui a Bologna si costruisce una galleria).             

Ma cerchiamo di fare un quadro della situazione.
Va subito detto che la dotazione di infrastrutture di trasporto dell'area ionica -reggina  è, ad un livello puramente quantitativo, in linea con la media italiana.

La provincia di Reggio Calabria, infatti, è al 43° posto tra le 103 province italiane per dotazione infrastrutturale di trasporto (escluso i porti). In particolare, siamo al 47° posto per dotazione della rete stradale e al 33° posto per dotazione della rete ferroviaria(fonte : Istituto Tagliacarne, 2006).

Sottolineamo ancora che questo dato si riferisce ad un'analisi puramente quantitativa delle infrastrutture. Se si guarda invece alle prestazioni, il sistema dei trasporti regionale e provinciale rivela importanti criticità che si evidenziano analizzando le diverse tipologie di reti e nodi infrastrutturali per la mobilità: rete stradale, rete ferroviaria, sistema portuale e sistema aeroportuale.

Per brevità, tralasceremo di trattare in modo sistematico dei porti e degli aeroporti che, a dire il vero, sono marginali, anche geograficamente, ai fini della nostra discussione sul territorio ionico.

Ci soffermeremo sulla più importante rete stradale e, brevemente, sulla ferrovia.

RETE STRADALE

Il sistema delle infrastrutture viarie della provincia di Reggio Calabria è incentrato sull'autostrada A3 Salerno -Reggio Calabria che costituisce anche l'asse portante della viabilità regionale e interregionale.

L'autostrada serve però in maniera diretta solo il versante tirrenico calabrese.
Il collegamento tra l'A3 e l'ambito provinciale della Locride, sul versante ionico, avviene attraverso il Raccordo Autostradale di Reggio Calabria che si connette con la SS106 ionica, in prossimità dello svincolo di Ravagnese, oppure con le quattro direttrici trasversali: la SS111, la SS112, la provinciale 5, ex SS281, strade piuttosto antiche, piene di curve e scarsamente frequentate, e la Super Strada Ionio-Tirreno o strada statale 682, che passa sotto il Passo della Limina e la cui galleria, a distanza di 40 anni dalla sua costruzione, appare quasi fatiscente , priva di controlli di video sorveglianza, di adeguata ventilazione, di illuminazione a norma e soprattutto di uscite di sicurezza. E' una strada molto frequentata, ma anche molto pericolosa e i continui incidenti mortali che si sono verificati, lo dimostrano.

Completa il quadro della rete stradale la S.S. 106 che costituisce l'elemento principale del litorale ionico.

Importantissima per la Ionica, l'infrastruttura presenta, però, numerose criticità dovute al fatto: che attraversa molti centri abitati, che in alcuni punti è più stretta che in altri, che a volte si passa da una carreggiata pianeggiante ad una più alta, che esistono numerosissimi incroci con strade provinciali e comunali, che vi sono raccordi stradali ammodernati e altri ancora  come sono stati concepiti inizialmente, ma soprattutto che esistono  condizioni di traffico spesso proibitive, specialmente nel periodo estivo quando, ovviamente, diventa più intenso.

La 106 è un'arteria lunga 491 Km, comincia a Reggio Calabria e termina nel porto di Taranto, e sulla quale esistono, nella zona della Locride, due varianti: una che sovrasta Bovalino e l'altra su Roccella che dopo 28 anni dovrebbe essere completata in questi giorni. Questa variante, poi, continua verso Gioiosa-Locri.

Una sua peculiarità è che viene considerata una delle strade italiane con il più alto tasso di mortalità per chilometro quadrato (0,46) tanto da essere definita “La strada della morte”.

Ogni volta che si prende questa strada, infatti, non si può fare a meno di guardare ai lati  della carreggiata dove insistono sovente mazzi di fiori e piccole lapidi commemorative a ricordo di gente che vi ha perso la vita. Un problema riconosciuto da tutti e che i cittadini calabresi lo vivono tutti i giorni sulla loro pelle, ma che non sembra di impellente necessità per chi è preposto a risolverlo.
RETE FERROVIARIA

Su questo argomento certamente il prof. Gattuso, ci darà i dovuti approfondimenti.
Io mi limiterò soltanto a dire che la rete ferroviaria è  interessata dal passaggio del tracciato della linea che da Reggio Calabria porta a Taranto, per complessive 394 Km che si snodano lungo tutta la costa ionica calabrese, quasi parallela alla SS106.

La ferrovia, costruita intorno alla metà del' Ottocento, pur se a binario unico, costituiva una ricchezza per la nostra zona ( si pensi al mercato degli agrumi che dal Sud raggiungevano il centro Europa) ed un ottimo servizio per pendolari, passeggeri verso il Nord e studenti. Non è stata però mai modernizzata se non nei due tratti Reggio Calabria- Melito Porto Salvo e Rocca Imperiale - Sibari dove è stata elettrificata. Di doppio binario o alta velocità, neanche a parlarne!

A questo punto mi si permetta una brevissima digressione.           

Io, Grazia Pellegrino, Sandro Gagliardi ed altri, anche di altri comuni,
non appena abbiamo avuto la percezione che vi era un disegno per cui la ferrovia Ionica doveva essere distrutta a favore ovviamente del gommato, abbiamo costituito un consistente movimento e attivato tantissime iniziative per cercare di contrastare quanto nel tempo si è poi verificato: la dismissione massificata delle stazioni, la drastica diminuzione dei treni a lunga e piccola percorrenza, con la conseguente diminuzione dei passeggeri, l'annullamento del trasporto merci ed oggi, addirittura,  la dismissione di un binario nelle stazioni.
Conclusioni

Da quanto sin qui detto, appare chiaro che l'isolamento della zona ionica calabrese è già di fatto avvenuto, specie della locride, accessibile solo in auto, percorrendo le pericolose SS106 e la Super strada ionio-tirreno. I treni sono pressochè inesistenti e per raggiungere l'aeroporto di Reggio o quello di Lametia si impiega più che con l'aereo raggiungere la voluta destinazione, la via dell'acqua non esiste, se non tra Villa e Messina-

E così, la zona ionica- calabrese che, per la sua posizione geografica, al centro del Mediterraneo, avrebbe dovuto essere ottimamente servita e rigogliosa economicamente avendo tutti i presupposti e le condizioni naturali per un armonico sviluppo agro-turistico, industriale e commerciale, è diventata la periferia degradata della Nazione, isolata e lontana dal Governo centrale e, diciamolo pure,  anche dal governo regionale.

Il depauperamento e l'incuria, con cui fino ad ora siamo stati trattati, certamente con buona parte di nostra responsabilità, è diventata una prassi normale. Il divario con il resto della nazione e del mondo, continua; compreso quello all'interno della nostra regione dove, fino a quando le persone e le imprese della ionica dovranno utilizzare una strada vecchia e insicura per muoversi ed una ferrovia in via di smantellamento e che spesso sovrappone i pochi servizi di trasporto pubblico a quelli sul gommato, ci sarà sempre uno dei due versanti della Calabria che sconterà un forte svantaggio.

Sarà forse una mia esclusiva opinione, ma, francamente, penso che l'avvento della città metropolitana non farà altro che acuire il senso di isolamento che stiamo vivendo.

Appare chiaro che, in queste condizioni, parlare di sviluppo e di lavoro, diventa un mero esercizio di stile, una velleità.

Con i suoi 400 Km di meravigliosa costa, la Zona Ionica calabrese potrebbe essere meta privilegiata di tanti turisti. Ma il turista vacanziero, si sposterebbe mai verso un luogo dove gli è quasi impossibile arrivare? I lodevoli richiami propagandistici dei nostri comuni costieri diventano ovviamente inutili, infruttuosi, perché è chiaro che la fruibilità dei luoghi sta nella loro accessibilità e non soltanto in questa o in quella bandiera blu o verde o in quelle quattro o cinque vele.

Quello che è certo è che non è più tollerabile che intere popolazioni siano tenute nel sottosviluppo per via di infrastrutture che impediscono ogni forma di progresso.

                                                           Cosa fare?

 Bisogna recuperare una più rigorosa coscienza morale, di servizio, del fare anche tra i cittadini che, in mancanza di una diretta rappresentanza politica ad ogni livello, insieme a tutti i sindaci della ionica e a tutte le associazioni dovrebbero creare forti, vigorosi e duraturi movimenti di opinione per tallonare, per così dire, e sanzionare le condotte ciniche e nocive di chi, per inettitudine o malafede, va contro gli interessi del territorio.

In pratica quello che necessita nell'immediato è:
-       accelerare e considerare una priorità l'adeguamento stradale alle nuove norme e la messa in sicurezza della Super strada Ionio-Tirreno;
-       mettere in sicurezza i tratti più pericolosi della SS106 con successivo potenziamento e ammodernamento dell'intera arteria;
-       ottimizzare e garantire i collegamenti con i comuni interni della ionica;
-       potenziare la linea ferroviaria ionica ancora oggi a binario unico, non elettrificata, e renderla competitiva rispetto al gommato con un serio piano di rilancio per il trasporto passeggeri e delle merci;
-       facilitare l'accesso agli aeroporti, mediante continue e poco onerose “navette” attuando nel contempo una politica di collegamenti aerei concorrenziali soprattutto dalla compagnia di bandiera.

Sono richieste di imprescindibile attuazione  poiché è chiaro che, se si vuole veramente il rilancio della ionica, bisogna  passare per forza da infrastrutture e trasporti adeguati.

Giuseppe Alvaro.

L'articolo sul Convegno cliccando il link http://www.lentelocale.it/viabilita/11875-pd-di-roccella-esperti-a-confronto-sul-tema-dei-trasporti.

Concluderemo questo argomento pubblicando fra qualche giorno l'intervento accorato del sig. Sandro Gagliardi del Comitato per la difesa, salvaguardia e potenziamento della Ferrovia Jonica.

1 commento:

  1. lodevole l' iniziativa sui trasporti che si è svolta il 19 giugno c.a., ma insisto col dire che in qualità di iscritta al PD, mi sono sentita mortificata perché a concludere i lavori è stato invitato l'On. De Gaetano , Assessore Regionale ai trasporti, e spiego il perchè:
    1) Capisco che De Gaetano sarebbe la persona giusta in quanto Assessore delegato dal Presidente Oliverio alle Infrastrutture e Trasporti, ma il suo comportamento tenuto fino ad oggi nei confronti del Circolo Pd di Roccella non mi sembra sia stato corretto. Nelle ultime competizioni amministrative dello scorso anno, il sig. De Gaetano,all'epoca Consigliere Regionale del Pd, non solo non ha sostenuto la lista del circolo PD che si presentava con il suo simbolo, ma affiancato dal Segretario Provinciale del PD Seby Romeo, si presentava a Roccella Ionica alla presentazione della lista avversaria , dichiarando il suo appoggio.
    2) Il Circolo PD di Roccella Ionica , neanche dopo il successo elettorale delle Regionali , ha avuto modo di incontrare l'Assessore De Gaetano per un chiarimento, per cui la sua presenza in questa iniziativa mi sembra piuttosto ambigua . Al suo posto , prima di comparire davanti a quelle stesse persone che , coscientemente non ha mai finora voluto riconoscerne l'esistenza, avrebbe dovuto avere l'umiltà di incontrarle e spiegare il motivo del suo atteggiamento di parte .
    A conclusione di tutto ciò non mi sono sentita in animo di essere presente a questa iniziativa ,pur proponendo un tema di vitale importanza per lo sviluppo economico della costa jonica, convinta che anche l'uomo politico deve avere l'umiltà di dare una spiegazione ad un atteggiamento non politicamente corretto ed onesto.

    Pinella Schirripa

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