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Roccella in vetrina

domenica 10 agosto 2014

UN IMMENSO "MURO UMANO" AD APPLAUDIRE 'U ZIU D'AMERICA

Problemi per trovare un parcheggio e poi un'ora di fila al botteghino fino a che il Teatro al Castello si è riempito in ogni ordine e grado. Ieri sera, ultima giornata della Rassegna Teatrale "Verso Sud" Città di Roccella, era in cartellone, fuori concorso, la "Prima" assoluta della commedia "U Ziu d'America" scritta e diretta da Pino Carella e interpretata dalla Compagnia dell'ATRJ.

L'intera Rassegna, iniziata il 4 di Agosto con un susseguirsi di 5 splendide serate di altissimo livello, grazie alle migliori compagnia teatrali calabresi e siciliane, ha registrato uno ottimo successo di pubblico e consenso a testimonianza della qualità delle commedie inscenate.

Ma, come era prevedibile, e come tutti ci si attendevano viste le aspettative della vigilia e la curiosità molto accesa in questi giorni in giro per il paese in virtù di un passaparola esaltante fra chi ha partecipato alle anteprime,ieri sera il Teatro al Castello è letteralmente esploso.

Solo Pino Carella può ormai superare se stesso, visto che negli ultimi tre anni, questo compreso, le tre commedie, 'a Ruga vecchia, a casa sutta all'ortu e u ziu d'America, realizzate da Carella e dall'ATRJ hanno fatto grandissimi numeri di spettatori. E ieri sera erano oltre 3000!!!

Rimandiamo ad un altro post quello che ha preceduto la Commedia ossia la premiazione dei vincitori della Rassegna che riferiremo nel dettaglio non appena avremo tutti i premiati con le varie motivazioni. Anticipiamo comunque che a vincere il premio "Città di Roccella" è stata la Compagnia del Teatro Stabile Nisseno di Caltanissetta con la commedia "Maleditta la miseria" scritta e diretta da Roberto Speciale.

Il Teatro al Castello gremito ieri sera per la "prima" di
"U ziu d'America"
Sulle note di Mimmo Cavallaro parte "U Ziu d'America" con la suocera/Pina e la nuora/Anna che si scambiano i soliti accesi "screzi" che si sentono spesso anche in molte nostre famiglie, e inizia a salire l'eco delle risate che diventa man mano sempre più frequente con l'entrata in scena della vicina "impicciona e occhju tostu" Mimma, Mimma sono, Mimma Mimma Mimma, un "abramare" da dietro la porta il suo nome che in poco tempo diventa già un cult; e del postino Rafeli che porta le lettere già aperte e lette dallo stesso tanto da anticiparne il contenuto, nel frattempo che riesce a  "scroccare" qualcosa degli ortaggi "biologici" prodotti nell'orto da Tonino.

A rafforzare "le tensioni" di casa Tramontana arriva lo zio felice dall'America con una valigia piena di "gingomme" e l'altra con sgargianti camice a fiori che regala un po' a tutti. Alla padrona di casa però queste cose futili non bastano, spera che zio Felice al più presto molli i dollaroni della "fortuna" fatta in America.

Il cartellone
Il pubblico apprezza e ride a crepapelle ad ogni aneddoto, proverbio, modo di dire che si lega perfettamente nei dialoghi, e soprattutto a quel dialetto con l'accento americanizzato di zio Felice interpretato da un super Nicola Capocasale, calatosi nel personaggio in maniera eccellente; ma al sorriso si aggiungono nel finale una serie di emozioni a fior di pelle che diventa commozione quando, nel girotondo dei ricordi, viene a galla l'amore innocente ma forte e intenso fra Pina e Felice stroncato in gioventù dalle leggi patriarcali d'un tempo che volevano che nelle famiglie a sposarsi fosse prima il fratello maggiore e Felice non lo era. Ma Pina non dimentica Felice e dopo quarant'anni, nonostante l'età avanzata, possono coronare finalmente il loro sogno d'amore di gioventù.

Un lieto fine che scatena il pubblico in una fortissima e calorosa standing ovation di riconoscenza verso tutti gli straordinari interpreti che inscenano nei ringraziamenti finali con un suggestivo trenino simbolico di tanti emigranti di un tempo e di oggi che partono per terre lontane in cerca di fortuna lasciando parte del loro cuore nella loro terra natìa.

Roccella con la sua massiccia presenza, e dimostrando appieno di aver apprezzato il talento e il lavoro della Compagnia Teatrale di Roccella Jonica, ha fatto capire in maniera tangibile in quale direzione si dovrebbe puntare ad investire affinché si valorizzi maggiormente la cultura delle nostre origini e del nostro territorio.

Speriamo che il messaggio venga recepito da chi è delegato dai cittadini del potere di loro rappresentanza.

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