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Roccella in vetrina

domenica 25 novembre 2018

LA VISITA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO NEL VUOTO DELLE PRESENZE ISTITUZIONALI DELLA LOCRIDE

Venerdi scorso a Locri ha fatto tappa il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte visitando prima l'Ostello della Gioventù realizzato su una proprietà confiscata alla mafia, e poi Palazzo Niueddu, il luogo cioè dove è stato trucidato l'on. Francesco Fortugno. 
Una visita lampo all'insegna della legalità iniziata in mattinata a Reggio Calabria e proseguita poi alla volta di Isola Capo Rizzuto.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte insieme al Prefetto di Reggio Calabria
e ai pochi sindaci presenti a Locri.

Il presidente ha comunque promesso una sua più lunga visita al nostro territorio nel mese di Gennaio dichiarando: «sarebbe sbagliato dedicare soltanto eccezionalmente un'attenzione passeggera a un territorio che vive un così grande disagio. Ho già anticipato che questa è una prima breve visita ma ne sto pianificando una più compiuta a gennaio, tornerò e dedicherò un'intera giornata a questo territorio, coinvolgerò anche i ministri sui vari dossier, cercheremo di portare anche qualche soluzione. Ci sono tante priorità, c'è il problema della legalità e del contrasto alle organizzazioni di tipo mafioso. Ma c'è anche un problema di lavoro, di sviluppo economico, bisogna cercare di presidiare le attività industriali perché possano crescere e svilupparsi, e creare occasioni. L'altra emergenza è la sanità, l'ospedale di Locri, anche su questo dovremo fornire risposte»

Nonostante il bisogno e la necessità di portare all'attenzione delle massime Istituzioni le gravi deficienze di questa nostra terra depressa, le presenze istituzionali, ossia i sindaci dei Comuni del nostro Comprensorio, giunte a Locri per accogliere il Presidente, sono state davvero pochissime. 

Una massiccia presenza di uomini con la fascia tricolore davanti al Presidente Conte avrebbe significato e testimoniato una unità d'intenti contro la lotta alla Criminalità e non solo. Seppur la visita sia stata breve ci sarebbe stato il tempo di manifestare, magari anche attraverso un documento scritto, le tante criticità del territorio, in maniera tale da poter essere approfondito a Gennaio, e qualcuno dei nostri sindaci avrebbe potuto sollecitare il problema che stanno vivendo in questi giorni i lavoratori ex LPU e LSU che, se non vedranno prorogato il loro contratto, dal primo gennaio saranno senza lavoro causando grandissimi problemi nell'erogazione dei servizi comunali in tutta la Calabria.

Ed invece i nostri sindaci sono stati a casa, oltre al sindaco Calabrese, a Candia, Rocca e alla Belcastro di Caulonia che senz'altro hanno ben conferito col Presidente,  gli altri hanno avuto altre cose da fare!!!

Insieme al Presidente Conte, l'attivista del Movimento 5 stelle
di Roccella Jonica, Giuseppe Muriale.
Roccella Jonica, davanti all'Ostello della Gioventù ad accogliere il Presidente Conte era ben rappresentata dal Meetup 5 stelle, ma, purtroppo, non ha visto né la presenza del sindaco Giuseppe Certomà né di nessun altro esponente dell'amministrazione comunale roccellese. 

Un sindaco crediamo sia eletto per difendere e cercare di dare soluzioni e risposte ai problemi del suo paese e del nostro territorio, e quale migliore occasione della presenza di un Presidente del Consiglio dei Ministri - nonostante sia di colore diverso da quello dei propri principi politici - sarebbe stata per rappresentare e manifestare le istanze del nostro territorio. 

Evidentemente i nostri amministratori saranno stati impegnati in altre situazioni che non potevano rimandare, anche se ci viene difficile pensare che ci siano state altre priorità più importanti della visita di un Presidente del Consiglio, considerato anche che la tappa di Conte era programmata in Calabria e a Locri già da alcune settimane. 

Ci auguriamo che a Gennaio ci possa essere una più massiccia presenza di sindaci del Comprensorio, pronti a farsi sentire con decisione al cospetto delle massime Istituzioni Nazionali, nel tentativo di uscire da questa ormai disarmante emarginazione che ci relega come terra più povera e vivibile d'Italia e d'Europa.



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