Nella settimana di Pasqua, fra le tante funzioni e riti proposti, voglio segnalare quella che, forse, è stata, pubblicamente, meno appariscente ma che, invece, ha avuto una valenza sociale straordinaria.
Si tratta di una "Via Crucis" particolare, suggestiva, che ha trasmesso grandi emozioni e lasciato senza fiato attori e spettatori.
Si è svolta lunedì scorso presso la casa circondariale di Locri dopo mesi di preparazione, e tutto grazie alla meticolosa quanto talentuosa capacità del M° Pino Carella, un vero e proprio "dottore" della cultura calabrese e non solo, presidente dell'ATRJ nonché conduttore televisivo, fra gli altri, della popolarissima trasmissione "Radici".
Oltre due mesi di preparazione, tantissimo lavoro, ripagato dalla forte soddisfazione di vedere sorridere tutti coloro che sono obbligati a trascorrere un periodo della loro vita in Carcere, che ha e deve avere come scopo prioritario il recupero sociale di coloro che sono incappati in qualche errore, con la possibilità di recupero e di una seconda chance nella loro vita.
E Pino Carella, coadiuvato dalla sorella Elisa (che ha anche interpretato magistralmente la Mamma di Gesù), ce l'ha messa tutta, a livello di disponibilità ma, soprattutto, a livello di capacità di trasmettere/comunicare, attraverso il teatro, dei sani valori e principi.
Già, perché non è la prima volta che Carella offre la sua disponibilità artistica alla casa circondariale di Locri in maniera del tutto gratuita; già qualche anni fa aveva allestito e proposto delle commedie che avevano trovato un forte coinvolgimento fra i detenuti.
Quest'anno, in occasione della Pasqua, è stata la volta della rappresentazione della Passione di Cristo.
Sul testo de "Il riscatto di Adamo nella morte di Gesù Cristo" di Filippo Orioles (scritto ne1700 e che ripercorre tutte le fasi della Passione, morte e Resurrezione di Cristo) insieme al "Pianto della Madonna" di Jacopone da Todi (lauda dialogata che descrive le ultime fasi della vita di Cristo: le umiliazioni subite, il processo, la crocifissione ), Pino Carella ha tradotto - dal siciliano al calabrese - e inserito dei canti sacri, interpretati da due cantanti di eccezione, Manuela Cricelli e Cosimo Papandrea.
Una rappresentazione avvenuta davanti al vescovo di Locri Gerace, mons. Francesco Oliva e a tutto il personale in forze della casa circondariale.
Al termine il M° Pino Carella ha voluto ringraziare la direttrice della casa circondariale di Locri, Patrizia Delfino, il commissario della Polizia Penitenziaria, Caterina Pacileo, il personale del carcere, Ivana Ferraro per gli straordinari costumi e tutti i detenuti che hanno dimostrato una eccezionale disponibilità.
Quest'ultimi - attori per un giorno in un'esperienza per loro indimenticabile - in segno di stima e ringraziamento, al termine del "progetto" hanno voluto omaggiare il loro maestro Carella con un crocefisso realizzato con le loro mani che Pino ha accettato con grande commozione.
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