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Roccella in vetrina

martedì 3 novembre 2015

GIANLUCA, UNO DI NOI.


 
L'ho saputo soltanto da un paio di giorni ch'e era in ospedale ed ho rifiutato a crederci, oggi la notizia che Gianluca non ce l'ha fatta è arrivata come una pugnalata al petto.
 
Gianluca Spagnuolo, 35 anni, l'emblema del migliore amico di tutti, è stato strappato alla vita nel giro di un mese da una di quelle malattie che non lascia scampo quando decide d'impossessarsi di un corpo cosi giovane.  

Un dolore immane per la sua famiglia, per gli amici e per Roccella intera che perde uno dei suoi figli diletti, un ragazzo genuino, semplice, ma, allo stesso tempo, intelligente e determinato.
 
E' difficile trovare parole e una spiegazione naturale a una simile tragedia, perché non c'è un solo motivo che possa giustificare il perché e il come sia successa.
 
Gianluca era molto più di un ragazzo modello: una vita salutare, pieno di risorse fisicamente, di ottimismo e di  speranze nelle sue aspirazioni, amato e ben voluto da tutti, era il fulcro della compagnia perché del rispetto, dell'allegria, della semplicità era il portatore sano.
 
Era l'ultima persona al mondo a meritare questa fine, cosi come non meritavano questo dolore la sua famiglia e la sua adorata fidanzata.
 
Davanti alla prematura, repentina e inspiegabile scomparsa di Gianluca, la sensazione dentro ognuno di noi è quella di un forte dolore perché un nostro fratello non c'è più, ed anche la consapevolezza di essere tutti vulnerabili davanti alla vita.
 
Eppure ci deve essere un pretesto, una scintilla, uno scatto di orgoglio, un'incazzatura per cui, se qualcuno sa qualcosa in più rispetto a chi non si da una spiegazione, vi prego si faccia avanti e diventi il vero eroe di questa maledetta battaglia. Perché la morte di Gianluca non sia vana,  e morti come Gianluca non avvengano più.
 
Ciao, caro amico, da lassù, se puoi, aiutaci a non dimenticarti e a poterti somigliare tutti un po'.

3 commenti:

  1. Un caro amico ci lascia, e con la sua scomparsa ci lascia sgomenti... magari domani nel suo ultimo saluto si potrebbero leggere queste parole, per farci riflettere un po' !

    Dal Vangelo secondo Giovanni

    In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E QUESTA È LA VOLONTÀ DI COLUI CHE MI HA MANDATO: CHE IO NON PERDA NULLA DI QUANTO EGLI MI HA DATO, MA CHE LO RISUSCITI NELL’ULTIMO GIORNO. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».

    COMMENTO
    Quando uno muore siamo capaci di dire cose che prima non riuscivamo a dire. La morte ci fa vedere l'altro in modo nuovo. E' un nuovo rapporto. Cade ogni velo. Il contatto con l'aldilà ci fa essere più veri, più liberi. Almeno per un momento il nostro orizzonte si allunga e riusciamo a cogliere qualcosa di essenziale. Non perdiamo più quello che conta. Poi, subito, la vita riprende il suo cammino negli stretti vicoli del quotidiano. Il nostro sguardo torna ad essere dominato dalle tante cose che passano e i nostri rapporti ridiventano meno veri, meno liberi. Abbiamo di fronte l'altro e diciamo cose banali, quando potrebbero essere le ultime. Se la morte entrasse di più nella nostra vita, la vita sarebbe più viva. Se ci immergessimo nella morte di Gesù, che ha già sconfitto tutte le nostre morti quotidiane, quanto saremmo più liberi, più veri, più vivi! Non ci potrebbe uccidere più niente e nessuno. Perché Gesù non ci vuole perdere: ormai siamo eterni. Già adesso potremmo riposare in pace. "Cari nostri defunti, noi preghiamo per voi e voi intercedete per noi perché oggi possiamo essere più veri, più liberi, più vivi!". Sincere condoglianze... Maria.

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    Risposte
    1. La perdita subita è per me motivo di dolore e di sincera commozione.

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  2. Fa piacere leggere le parole dell'amicizia.

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