Sul Corriere della sera di ieri (20/08) e sulle più importanti testate online nazionali, nonché sui telegiornali nazionali Mediaset e Rai, si è parlato delle dismissioni di INVITALIA in tutti i porti italiani in cui detiene quote, ed in particolare i vari servizi giornalistici e televisivi si sono soffermati sul problema delle dismissioni delle quote nel "Porto delle Grazie" di Roccella Jonica, sottolineando quella ch'è l' "anomalia" del cambiamento in corso d'opera del bando relativamente alla regola che prima fissava la vendita dell'intera quota del 51%, e poi, non appena chiuse le manifestazioni di interesse, con il cambiamento di un 31% per gli enti pubblici e il restante 20% ai privati.
E il Corriere della Sera sottolinea pure l'esistenza delle norme che regolano il bando di Invitalia, tra cui quella legge per la quale i Comuni non possono acquistare queste quote.
Tutto ciò è quanto denunciato in questi mesi pubblicamente da "Roccella bene Comune" attraverso gli organi di stampa locali e con un convegno pubblico, tutto ciò è quanto è stato portato all'attenzione con le interrogazioni parlamentari al Senato e alla Camera da Sel e dal Pd, tuttò ciò è quanto contenuto in un Esposto alla Procura della Repubblica e in un ricorso al TAR del Lazio da parte dei soggetti danneggiati da questo gravissimo "colpo di penna" da parte di INVITALIA nell'avvantaggiare il Comune di Roccella Jonica che di fatto non può acquistare!!!
E mentre i nostri amministratori si sono chiusi nel silenzio dopo aver raccontato un mare di bugie nel corso di un loro incontro pubblico, ecco che finalmente i nodi vengono al pettine.
Sono convinto che l'autunno che ci prepariamo a vivere proporrà molte sorprese, a partire dal prossimo Consiglio Comunale.
Propongo qui di seguito stralcio dell'articolo pubblicato dal corrispondente Andrea Ducci sul CorSera.
Come la Grecia, anche l'Italia mette all'asta alcuni dei suoi porti più prestigiosi lungo litorali da sogno.
Tramite una società controllata dal Tesoro, Invitalia, il governo sta per vendere cinque marine turistiche per un patrimonio complessivo stimato in 50 milioni di euro.
All’asta sono finiti i moli di Capri, la marina di Portisco in Costa Smeralda (Sardegna), la marina d’Arechi nel golfo di Salerno (un progetto nella regione Campania da mille posti barca dell’archistar Santiago Calatrava), il porto delle Grazie a Roccella Jonica, in Calabria, e l’area di Porto Lido a Trieste (Friuli Venezia Giulia).
In tutto si parla di 25 mila posti per le imbarcazioni, in zone che quando ha avviato il progetto dieci anni fa, la società controllata dal Tesoro intendeva valorizzare per attirare investimenti e promuovere lo sviluppo turistico e commerciale dei suoi porti.
Poi una serie di problemi giudiziari - sono indagati per frode e abuso dufficio l'AD di Invitalia Domenico Arcuri e il capo della gestione rifiuti Manlio Cerroni - ritardi nella pubblicazione del bando e le richieste politiche di sospensione da parte di due parlamentri del PD.
Con un'interrogazione parlamentare da loro firmata, Vincenza Bruno e Nicola Stumpo, hanno protestato contro le modifiche in corsa apportate al bando da Invitalia e nel dettaglio "contro la riserva di una quota del 31% a favore di enti e/o imprese pubbliche fissata per il Porto di Roccella Jonica", racconta Andrea Ducci sul Corriere della Sera.
Una modifica, si legge nel documento, che ha "introdotto una limitazione di acquisto ai privati, che in sostanza si concretizza in una palese agevolazione dell’unico ente pubblico - il Comune di Roccella Jonica - interessato all’acquisto".
Il Corriere lo definisce un "corto circuito", in particolare se si tiene conto che "Invitalia vende i porti motivando la scelta con l’obbligo di rispettare la norma che impone la dismissione delle partecipazioni societarie da parte degli enti pubblici".
Nicolino divulgate fate conoscere ai cittadini i fatti , ecco chi è il socio d maggioranza italia navigando altro che sviluppo questo è un mangia mangia , ragionate su tutto quello che sta avvenendo sopratutto dalle ultime elezioni ,e da quando il porto è passato in mano alla società, mi sa che ancora ne vedremo delle belle , mi sento di dare un consiglio ai vari lecchini di turno andate a lavorare finiru i tempi che betta filava. Pino
RispondiEliminaCaro Nicola, la vicenda del Porto di Roccella squarcia il velo su numerose "anomalie" che appartengono tutte alla gestione amministrativa degli ultimi sedici anni. Che il comune, sulla gestione del porto, difendesse l'indifendibile era (e spero sia) a tutti noto, anche ai nostri amministratori. Figurati che, violando il dispositivo di Legge, non hanno portato in Consiglio Comunale la "Razionalizzazione delle Società Partecipate", documento voluto dalla Legge 190/2014 e richiesto finanche dal Revisore dei Conti. Sono convinti di gestire la cosa pubblica cose se fosse "COSA LORO". Guarda il Festival Jazz 2015. Aggirando il dispositivo del bando di gara (art. 12) hanno finanziato un'associazione "cotta e ricotta" attraverso l'espediente delle scatole cinesi. Ti invito a rendere pubblico il raggiro. Sul punto: I Comuni non possono detenere quote in società e avrebbero dovuto dimetterle entro il 31.12.2014. Se non lo hanno fatto sono omissivi e inadempienti. oggi tutti si accorgono che quanto "Roccella Bene Comune" andava dicendo era vero, sacrosanto. Ci sono voluti i servizi televisivi e, nintepopodimenoche, il Corriere della Sera. Evviva. Sia fatta chiarezza. Un abbraccio, Maurizio
RispondiEliminaSu questo argomento ho tanti messaggi in sospeso che non posso pubblicare perché anonimi. Vi chiedo, ancora una volta, la condizione essenziale di firmare le vostre considerazioni. Grazie.
RispondiEliminaimportante e' non cadere dalla padella alla brace.
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