Tutte le volte in cui emergono episodi di malcostume e corruzione si riaccende il dibattito sull’adeguatezza delle norme che regolano l’affidamento e l’esecuzione delle opere pubbliche. Oggi il tema è reso ancora più attuale dal prossimo recepimento, nel nostro ordinamento, delle nuove direttive comunitarie.
L’occasione è stata interpretata dal Governo, dal Parlamento e dai principali attori economici e sociali, come una favorevole opportunità di cambiamento e di soluzione dei nodi critici del sistema degli appalti e delle concessioni in Italia.
Offerte anormalmente basse, varianti in corso d’opera con conseguente lievitazione del costo finale dell’opera, scarsa attenzione al valore del progetto e nell’esecuzione dei lavori, hanno alimentato opacità e sprechi. Si tratta di difficoltà e limiti derivanti anche dal confronto quotidiano di professionisti e pubbliche amministrazioni con disposizioni complesse e procedure elaborate in continua evoluzione.
Le nuove direttive europee puntano ad un uso strategico degli appalti per assicurare una spesa pubblica di qualità per lavori, forniture e servizi, nel contesto di una ridotta disponibilità di risorse. Una spesa non fine a se stessa ma capace di promuovere una crescita sostenibile, intelligente e inclusiva.
Da Bruxelles arriva lo stimolo a considerare le commesse pubbliche come strumento forte di sviluppo, a percepire il sapere tecnico delle imprese come una straordinaria risorsa anche per la pubblica amministrazione, a colmare le distanze tra il sistema degli appalti pubblici e il mondo imprenditoriale privato, a semplificare, eliminando gli ostacoli al libero e corretto gioco dei legittimi interessi nel mercato delle opere pubbliche, dei servizi e delle forniture.
Ma anche l’invito agli Stati a qualificare sempre di più le proprie stazioni appaltanti rendendole trasparenti, competenti, capaci di spendere bene e di dialogare e negoziare alla luce del sole con le imprese. Il testo della legge delega, ora all’esame della Camera dei deputati, è stato approvato dal Senato il 18 giugno 2015, con un voto a larga maggioranza, sulla base del testo incardinato dal relatore Sen. Stefano Esposito.
Mentre la legge delega è in corso di approvazione nell’altro ramo del Parlamento, la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero delle Infrastrutture hanno istituito una commissione di esperti di cui è componente il prof. Pierluigi Mantini, per la redazione dei decreti delegati. La disciplina degli appalti pubblici costituisce un aspetto assai rilevante per i progettisti, perché è sulle regole che disciplinano i bandi di gara per i servizi di architettura e ingegneria che si gioca la possibilità stessa per la maggior parte dei professionisti di potervi accedere.
Per tale ragione, il Consiglio dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Reggio Calabria ha ritenuto di primaria importanza promuovere il Convegno Verso i nuovi appalti pubblici. Dalle Direttive europee alla riforma del codice dei contratti che si terrà mercoledì 26 agosto 2015 a Roccella Jonica (RC) presso l’ex Convento dei Minimi a partire dalle ore 17.00. Dopo i saluti istituzionali affidati a Nicola Irto Presidente del Consiglio della Calabria, a Giuseppe Certomà Sindaco del Comune di Roccella Jonica e a Giorgio Imperitura Presidente Associazione Comuni della Locride, introdurrà i lavori Paolo Malara Presidente dell’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Reggio Calabria ed a seguire gli interventi del Senatore Stefano Esposito Relatore legge delega sugli appalti per il recepimento delle direttive europee, Giuseppe Lombardo Sostituto Procuratore presso la DDA di Reggio Calabria, Pierluigi Mantini Professore al Politecnico di Milano – Commissione di Studio presso il governo Consiglio di Presidenza della Giustizia amministrativa. Apertura del dibattito.
Conclusione dei lavori affidata al Presidente della Giunta Regionale Mario Oliviero. L’evento è patrocinato dal Consiglio della Regione Calabria, dal Comune di Roccella Jonica e dall’Associazione dei Comuni della Locride.
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