Innanzitutto complimenti all'autore dell'articolo "Il vescovo blocca la processione di San Rocco" ( http://www.telemia.it/news.php?news=11434) pubblicato sul sito di Telemia (che non si è firmato ma conosciamo la mano di chi è) che fotografa in maniera perfetta (molto più del mio articolo scritto su questo blog) ciò che è accaduto domenica scorsa con l'annullamento improvviso (dalla mattina per la sera) della processione di San Rocco.
Nessuno mette in discussione la bontà, l'affabilità e la preparazione di Mons. Francesco Oliva, nella convinzione di essere un ottimo pastore per la nostra diocesi, ma, tra il suo comportamento e tra la risposta data sempre alla testata di Telemia in merito a questa brutta parentesi creatasi a Roccella, mi sento di dire che Domenica il vescovo ha potuto sbagliare!!!
Quando è accaduto il suo diniego alla festa, il giorno della fiaccolata dell'Unitalsi (era il 24 luglio), erano presenti tutte due i parroci di Roccella. E' mai possibile che, se fosse perdurato quel diniego, Don Giuseppe e a Padre Francesco (che tra l'altro ha messo in esposizione una reliquia di San Rocco durante tutta la Novena) avrebbero consentito al Comitato di organizzare la Festa e soprattutto far partire la Novena cosi tanto partecipata da tantissimi fedeli???
Ed infatti, cosi non è stato! All'indomani di quella "risposta assolutamente negativa" ( come il vescovo dice nell'articolo), che invece il Comitato e convinto di aver sentito "poi ne riparliamo...", ci sono stati altri contatti tra il Vescovo e il Comitato, tant'è che dopo qualche giorno il vescovo ha mandato un messaggio di approvazione alla festa, assenso confermato con il pagamento della tassa dovuta alla curia vescovile proprio in virtù della Processione da parte della nostra Parrocchia.
Sempre nell'articolo di risposta del Vescovo, a parte che non è vero che il Comitato era formato da "ragazzini minorenni", perché di minorenne ce n'era uno solo, e dietro questi giovani c'erano le loro famiglie e la collaborazione degli altri Comitati festa del paese e l'adesione pure della Confraternita di San Giuseppe, non è vero che la festa non era condivisa dalla Comunità perché moltissimi cittadini hanno manifestato sostegno, partecipazione ed entusiasmo alla riproposizione della festa dopo 60 anni, non è vero che non c'è stata l'iniziativa della parrocchia s'è vero (come tutti abbiamo visto) che la statua è stata esposta in chiesa con un suo bel baldacchino, insieme alla reliquia, e i parroci hanno svolto per intero tutte le funzioni religiose e approvato, insieme al Comitato, il resto del programma (considerato che sono stati stampati manifesti pubblici con l'intestazione della parrocchia e dei parroci), è stata - secondo me - un'affermazione poco felice e ingrata chiamare, chi ha compiuto tutti gli sforzi per organizzare la festa, "sedicente comitato". Sedicente significa abusivo, falso, finto, millantatore.
Mi auguro solo che il vescovo si sia sbagliato ad usare questo termine perché lo sappiamo tutti che gli organizzatori, persone molto vicino alla Parrocchia, e le loro famiglie, nelle quali ci sono insegnanti di catechismo per i ragazzi della comunione e cresima, nonché tutti gli altri Comitati partecipanti, non credo meritano assolutamente questo termine.
Infine, sempre nella risposta del vescovo, ecco venire fuori "la spiegazione" che ha causato la sua decisione di bloccare la processione: "la risposta, secondo il Mons. Oliva, non sarebbe potuta diventare positiva, anche per un discorso di equo rispetto delle regole, infatti nella stessa comunità, appartenenti all'altra parrocchia avevano chiesto di istituire la festa di S. Antonio ed anche li, per motivazioni similari, non c'era stato il nulla osta del Vescovo".
In sostanza - dice il vescovo - la processione doveva essere bloccata perché qualche tempo prima aveva detto no ad un altro comitato roccellese che aveva intenzioni di organizzare la festa di Sant'Antonio.
E allora, dando per certo che il messaggio del vescovo di assenso ci sia stato dopo quella serata dell'Unitalsi, perché altrimenti né il Comitato e né la Parrocchia avrebbe portato avanti la festa e pagato le dovute tasse alla Curia per la Processione, evidentemente il vescovo aveva dimenticato il diniego di qualche tempo prima per la festa di Sant'Antonio e quella domenica mattina del 16 Agosto, giorno della festa e processione di San Rocco, "qualcuno" avrà pensato di ricordarglielo.
Ma quella festa di Sant'Antonio non è mai partita, questa di San Rocco stava volgendo al termine serenamente. Era proprio il caso di uscirsene con questa "infelice decisione" solo per una questione di "equità" con questo Comitato di Sant'Antonio con cui avrebbe potuto presto chiarire nei prossimi giorni invece di umiliare tutta una comunità bloccando una processione solo qualche ora prima del suo svolgimento?
Don Bosco diceva: "Lasciate che i giovani vengano a me, li voglio tutti amici, per loro ho tante cose"...
Povero Don Bosco!!!
Nel rispetto dell'opinione di tutti, questo è il mio pensiero e questi dovrebbero essere i fatti.
La festa di Sant'Antonio di Padova l' ha fatta l' arciconfraternita di San Giuseppe, per anni!!!
RispondiEliminaEnzo