Il direttore di Lente Locale Gianluca Albanese |
Di questi tempi, però, non è affatto scontato che si colgano certe sottigliezze.
Fare giornalismo a 360°, comporta che si evidenzi tutto: quello che è il messaggio di chi ha organizzato un evento (cosa fatta nel primo pezzo, quello di cronaca che, credo sia stato il più completo tra tutti quelli usciti dopo la manifestazione, non foss’altro per la mancanza di limiti di spazio tipici dei giornali on line) e quello che si è rilevato attraverso la propria valutazione, attraverso un pezzo di commento che si può fare solo se si è terzi rispetto alle parti in causa, autonomi, indipendenti e credibili. La mia storia personale (e quindi anche professionale) dice che io sono tutte queste cose. E ho anche imparato, pur di descrivere e riportare tutto – ma proprio tutto quello che accade – a non guardare in faccia nessuno. Nemmeno, nella fattispecie, l’amico di vecchia data Nicola Iervasi o l’amica Rossella Scherl, che domenica mattina mi ha telefonato per invitarmi alla vostra manifestazione.
E’ la stampa, bellezza. E, come diceva Benedetto Croce “Ogni mattina un buon giornalista, deve dare un dispiacere a qualcuno”. Se questo è il prezzo per essere autonomi, indipendenti e credibili, continuo a pagarlo volentieri tutti i giorni.
Ho cercato di spiegare alla candidata Riitano, attraverso un più che garbato messaggio privato, che l’accostamento tra la sua figura di candidata e quello della sua avversaria Paola Circosta è frutto di una mia valutazione, aiutata dalla dura dichiarazione del candidato sindaco Mimmo Circosta, che parla di conflitto d’interessi in ordine alla candidatura di quest’ultima, figlia di un noto imprenditore che è anche socio della “Porto delle Grazie”. Nessun virgolettato è stato attribuito alla giovane Riitano, come si evince chiaramente dalla lettura dell’articolo, se non quello in cui la stessa parlava del mestiere che fanno i suoi stimabilissimi genitori. Ergo, non devo riascoltare nulla, men che meno ci sono inesattezze nel mio pezzo.
Idem per quanto riguarda la scelta di riprendere il negozio che fu del compianto Peppe Russo: il problema non è il dito che indica la luna (ovvero quanti mesi prima della sua prematura e dolorosissima scomparsa sia stato affisso il cartello “vendesi”) ma quello che evoca la visione di quello che è stato il suo negozio, meta di tanti amici e musicofili come me che non possono non provare un tuffo al cuore, ogni volta che ci passano davanti. Ma quale inesattezza! Qui si parla di sentimenti, e siccome la propaganda elettorale vuole colpire anche il cuore dei potenziali elettori e non solo la mente, insisto nel dire che si poteva evitare di riprendere “Quel” negozio, specie se all’interno di un video in cui altre inesattezze – quelle sì, macroscopiche – erano presenti: la più clamorosa quella della tenenza della Guardia di Finanza che, come è stata presentata poteva dare l’impressione, a chi non è informato, che tutto il Corpo d’Armata avesse lasciato Roccella, quando si è semplicemente trasferito qualche centinaio di metri più a Nord e per dinamiche legate a iniziative interne al Corpo e non a questioni amministrative.
Mi duole rilevare come alla mia più che garbata controreplica, la giovane Riitano abbia risposto in maniera chiusa, prevenuta, insofferente e acerrima, adombrando chissà quale “appartenenza” da parte mia e perfino leggendo venature di disprezzo, nel mio articolo, verso la vostra lista. Ecco, su questo non transigo: criticatemi quanto volete, detestatemi, disprezzatemi pure ma non dubitate mai della mia onestà intellettuale. Questo non lo permetto a nessuno.
Ad ogni buon conto, ricordo si essere giornalista dal 1994, di non aver mai avuto (e sempre rifiutato) incarichi di consulenza pubblici, prebende o privilegi, di aver vissuto dignitosamente sempre e solo col mio lavoro. Ricordo pure di essere da sempre residente a Siderno e da un paio di mesi domiciliato a Locri. Di non avere interessi – di alcun genere - a Roccella e di coprire col lavoro della mia redazione, tutto il comprensorio. Come ben sai, nella mia modesta carriera ho tenuto testa a interlocutori politici di ben altro calibro e la storia mi ha sempre dato ragione, perché i fatti – amava dire Churchill – sono ostinati.
Ricordo a me stesso, visto che tu non hai bisogno di promemoria, di essere lo stesso autore, pochissimi giorni fa, dell’articolo in cui evidenziavo la condotta incoerente dei vari Naccari, De Gaetano e Seby Romeo, giunti a Roccella a sostenere candidati avversari rispetto alla lista che comprende anche il circolo del Pd, e di molti altri articoli, in cui non sono stato certo tenero coi maggiorenti dell’amministrazione uscente. Repetita iuvant e, se avete tempo e voglia, vi fornisco i link di tutti questi pezzi.
Ecco perché mi dà molto fastidio sentire che quando evidenzio le incongruenze degli altri sono bravo, indipendente e autorevole, mentre quando segnalo le vostre sono impreciso e “di parte”.
Un detto dialettale risulta assai illuminante in tal senso: “Si vi piaci ‘ù duci ‘ndavi u vi piaci puru ‘amaru”.
Questo è quanto ti dovevo, augurandoti di essere eletto e di trasferire in impegno tra i banchi del Consiglio e in commissione le tante coraggiose battaglie condotte col tuo apprezzatissimo blog.
Un abbraccio
Gianluca Albanese.
La mia risposta (di Nicola Iervasi) a questo link http://roccellasiamonoi.blogspot.it/2014/05/il-caso-roccella-come-il-modello-reggio.html
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