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Roccella in vetrina

venerdì 3 gennaio 2014

DON GIUSEPPE RACO ALLA MESSA DELLA PACE RIPERCORRE IL MESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO

“Il numero sempre crescente di interconnessioni e di comunicazioni che avviluppano il nostro pianeta rende più palpabile la consapevolezza dell’unità e della condivisione di un comune destino tra le Nazioni della terra. Nei dinamismi della storia, pur nella diversità delle etnie, delle società e delle culture, vediamo seminata così la vocazione a formare una comunità composta da fratelli che si accolgono reciprocamente, prendendosi cura gli uni degli altri. Tale vocazione è però ancor oggi spesso contrastata e smentita nei fatti, in un mondo caratterizzato da quella ‘globalizzazione dell’indifferenza’ che ci fa lentamente ‘abituare’ alla sofferenza dell’altro, chiudendoci in noi stessi”.

E’ quanto ha affermato Papa Francesco nel suo messaggio per la Giornata Mondiale per la Pace del 2014 che viene ripercorso con grande enfasi e partecipazione da Don Giuseppe Raco nel corso della Messa della Pace tenutasi il Primo Gennaio in una gremita Piazza Dogana.

Nella sentita omelia di Don Giuseppe, contornato come sempre dall'Agesci roccellesi che anima con musiche e canti la Santa Messa, non manca di ricordare anche le parole sulla pace di papa Wojtyla che insisteva sempre sul fatto che una vera pace si fonda sulla solidarietà non solo umana ma anche economica; costituisce un bene indivisibile nel senso che "o è un bene di tutti o non lo è di nessuno".
E don Giuseppe non manca di ricordare che la pace può essere realmente conquistata e fruita, come miglior qualità della vita e come sviluppo più umano e sostenibile, solo se si attiva, da parte di tutti, una determinazione ferma e perseverante di impegnarsi per il bene comune.

Per finire poi con l'idea della fraternità nella globalizzazione lanciando cosi un momento di riflessione a tutta la piazza:  “Servono anche politiche efficaci che promuovano il principio della fraternità, assicurando alle persone – eguali nella loro dignità e nei loro diritti fondamentali – di accedere ai ‘capitali’, ai servizi, alle risorse educative, sanitarie, tecnologiche affinché ciascuno abbia l’opportunità di esprimere e di realizzare il suo progetto di vita, e possa svilupparsi in pienezza come persona”. Di qui la necessità di una riscoperta della fraternità nell’economia (“la crisi odierna, pur con il suo grave retaggio per la vita delle persone, può essere anche un’occasione propizia per recuperare le virtù della prudenza, della temperanza, della giustizia e della fortezza”) e nel campo della politica. E da qui la necessità da parte della politica di agire in modo trasparente e responsabile, facendo sì che i cittadini si sentano rappresentati dai poteri pubblici nel rispetto della loro libertà.

Ancora complimenti allo "storico" gruppo dei "Ragazzi della Dogana", organizzatore della prima cerimonia pubblica dell'anno arrivata alla ventiseiesima edizione, gruppo che, nonostante sia ormai diventato adulto (sono propositivi nel nostro paese da oltre 40 anni), si distinguono per l'affiatamento che dimostrano per il loro quartiere e la serietà con cui promuovono le loro importanti iniziative.
"I Ragazzi della Dogana" si sono avvalsi, per l'organizzazione dell'evento, della preziosa collaborazione dell'Oratorio parrocchiale.
Molto bella l'iniziativa "C'ero anch'io" promossa ogni anno attraverso un grande libro bianco, che verrà conservato negli anni, su cui ogni partecipante può opporre la propria firma a testimonianza della sua presenza.

La Messa della Pace è andata in streaming sul web in tutto il mondo grazie alle riprese di Pino Curtale, ed ha avuto un riflesso regionale grazie al servizio per RAI 3 Calabria di Roberto Naldi.


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