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Roccella in vetrina

martedì 20 settembre 2011

UN'ALTRA INTIMIDAZIONE AD UN SINDACO. MA CHI SONO? E PERCHE'?

Quat­tro pro­iet­tili den­tro una busta ben legata a un mani­glione stam­pato sul por­tone d’ingresso dell’abitazione del sin­daco di San Gio­vanni di Gerace, il com­mer­cia­li­sta Gio­vanni Pit­tari (foto). E’ stato il primo cit­ta­dino a lan­ciare l’allarme, nella mat­ti­nata dell’altro ieri, quando un intero paese si accin­geva a festeg­giare il santo patrono. «Con­ti­nuerò ad eser­ci­tare le fun­zioni che mi attri­bui­sce la legge, ono­rando il man­dato che mi è stato con­fe­rito dai cit­ta­dini, non mi lascio certo inti­mo­rire», dice. Sull’intimidazione inda­gano i cara­bi­nieri della com­pa­gnia di Roc­cella Jonica, gui­dati dal capi­tano Marco Com­pa­rato e il tenente Diego Ruocco. La busta è stata tro­vata dome­nica mat­tina. L’amministratore, a quell’ora, stava lasciando casa per recarsi in piazza, dove erano in corso i pre­pa­ra­tivi per la festi­vità della Madonna delle Gra­zie. Quando ha aperto il por­tone, l’inquietante sco­perta. «E’ stato un brutto colpo, anche per­ché non sono in grado di capire chi lo asse­sta», rac­conta. Dopo aver preso in con­se­gna i pro­iet­tili, gli inqui­renti stanno cer­cando di veri­fi­care se nei paraggi dell’abitazione del primo cit­ta­dino ci siano tele­ca­mere a cir­cuito chiuso che pos­sano aver ripreso i balordi in azione. Il sin­daco, secondo indi­scre­zioni tra­pe­late, è già stato sen­tito dai cara­bi­nieri del posto, ai quali avrebbe anche spie­gato di non cono­scere le ragioni alla base del gesto. Quella dell’altro ieri, negli ultimi quat­tro mesi, è la terza inti­mi­da­zione reca­pi­tata agli ammi­ni­stra­tori della Locride. Gli inve­sti­ga­tori lavo­rano da tempo per assi­cu­rare alla giu­sti­zia i piro­mani che die­dero fuoco alla far­ma­cia del sin­daco Maria Car­mela Lan­zetta, espo­nente del Par­tito demo­cra­tico. Era il 26 giu­gno di quest’anno. Due mesi dopo, ignoti pre­sero di mira l’assessore Angela Bel­luzzi, tra le fede­lis­sime del primo cit­ta­dino di Mona­ste­race: su una parete del con­do­mi­nio in cui abita con marito e figli, dise­gna­rono sette croci e una bara. Den­tro il cer­chio, una sigla, A.B., le ini­ziali di nome e cognome del tito­lare delle poli­ti­che sociali. Il fatto ha avve­le­nato ulte­rior­mente il clima poli­tico, tanto che l’ultimo con­si­glio comu­nale si è chiuso con una scaz­zot­tata. La busta reca­pi­tata al sin­daco di San Gio­vanni di Gerace non con­te­neva alcun mes­sag­gio scritto. Solo quat­tro pro­iet­tili, che adesso ver­ranno reper­tati da quelli del Ris. «La dia­let­tica poli­tica in con­si­glio è tutt’altro che furente, con l’opposizione abbiamo instau­rato un rap­porto basato sulla cor­ret­tezza», dice il com­mer­cia­li­sta Pittari.

20/09/2011   Ilario Filippone   Calabria Ora.




1 commento:

  1. La situazione negli ultimi tempi sta andando peggiorando, sarà che qualcuno si è svegliato e vuole comandare sulla zona?

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