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Roccella in vetrina

domenica 14 marzo 2010

Il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità.


Scorrendo i nominativi di numerosi candidati interni alle liste elettorali mi sono convinta che i promotori delle stesse avranno ritenuto che le mie costanti denunzie miranti ad ottenere “pulizia”, rispettosa dell’etica e della morale, fossero dettate dalla voglia di mera pubblicità personale o, ancor di più, dalla voglia di togliermi “qualche sassolino dalle scarpe”.


Coloro che hanno formato le liste, destra, sinistra e centro, probabilmente avranno immaginato che mi sarei fatta annebbiare il cervello dai proclamati codici etici, nel mentre predisponevano le candidature all’insegna del trasformismo, di prestanomi, di parenti, di indiziati, di rinviati a giudizio e, persino, di condannati.


Ho atteso, tra una smentita e l’altra, pazientemente, la pubblicazione ufficiale delle liste con la speranza di non dover deludere qualche ex colonnello romano di AN che mi aveva additata quale inutile Cassandra.

La speranza dell’attesa era stata coadiuvata dalle dichiarazioni dei Vescovi Italiani e da quelle dei numerosi cittadini calabresi convinti di poter finalmente aspirare ad una classe politica regionale degna di tal nome.La speranza è immediatamente svanita con la lettura ufficiale delle liste. Non intendo fare nomi, non perché preoccupata da possibili querele, ma certa che il mio elenco sarebbe troppo esteso e derivante da una concezione etica e morale della politica sicuramente differente da coloro che hanno valutato le candidature.

Né la destra, né il centro, né la sinistra, però, mi potranno convincere con l’arroganza, propria di coloro che mirano a conquistare o mantenere posizioni di potere, che la Calabria debba essere destinata a mantenersi coperta dalla nube del malaffare e della corruzione.

Anche se qualcuno, a presentazione di liste avvenuta, ha finto di gridare “al lupo”, non mi ha distolta dal guardare anche gli altri “lupi” che già occupano i palazzi regionali calabresi e che, con molta probabilità, continueranno ad occuparli o da quelli, sempre “lupi”, che potrebbero giungere nelle stesse sedi! Povera Calabria!

Altro che “fresco profumo della libertà”, questa Regione sarà costretta a continuare a respirare “il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”.

Sicuramente, però, senza il mio voto.

On. Angela Napoli - Taurianova, 28 febbraio 2010

1 commento:

  1. Caro Nicola,
    DeMagistris poco tempo fà paragonava la situazione calabrese simile a quella di alcuni stati latino-americani, "con tutto il rispetto per questi ultimi....", sullo stato infiltrazioni poco chiare nella vita politica regionale.
    La deputata del pdl è da tempo che mette in guardia i popolani della libertà su chi cavolo imbarcano nella navicella un pò sgangherata che va verso la regione. Io nel mio piccolissimo ho letto un pò calabria ora nelle ultime settimane, anche perche nella versione on-line dopo le 18 è gratis. Devo ammettere che è peggio di beautifull e alla fine mi sono perso. ho riprovato oggi a tessere il filo, gente che se ne và, gente che viene, nemici diventati amici e viceversa roba da pederci la testa così su internet ho trovato qualche informazione, e , come le ho trovate te le riporto.

    Tommaso Signorelli (uno dei nomi che la Napoli non fà) fu arrestato nel dicembre del 2007 nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Catanzaro che portò allo scioglimento, per infiltrazioni mafiose, del Comune di Amantea.

    Franco La Rupa(un altro che la Napoli declina), invece, padre di Antonio, è stato rinviato a giudizio per il reato di scambio elettorale politico-mafioso. Secondo l’accusa, La Rupa, inquisito per corruzione e associazione mafiosa, avrebbe ricevuto sostegno elettorale, nelle elezioni regionali del 2005, ad opera di Antonio Forastefano, un presunto affiliato all’omonima cosca della ‘ndrangheta all’epoca latitante.

    Un altro è Franco Morelli, nell’ambito dell’inchiesta Why not, indagato nella qualità di ex dirigente generale del Dipartimento Obiettivi strategici della Regione nella vecchia gestione di centrodestra, gli è stata contestata in concorso con Antonio Saladino e Giuseppe Lillo, l’adozione di atti amministrativi non rispondenti all’interesse generale.

    Un altro innominato e Giuseppe Morrone è indagato dal 2003 dalla Dda di Catanzaro in un’inchiesta sulla penetrazione della ‘ndrangheta nei lavori della Salerno-Reggio Calabria.

    Nella lista del Pdl della provincia di Reggio Calabria c’è poi Cosimo Cherubino, altro personaggio dal passato poco limpido: “E’ stato per tre anni e mezzo in carcere”, ricordava la Napoli qualche settimana fa parlando delle candidature inopportune che oggi evita di indicare esplicitamente. Sempre a Reggio Calabria l’Udc schiera Pasquale Tripodi, ex Udeur, finito in tv per aver fatto assumere le cugine in un concorsone regionale, e su L’Espresso per l’amicizia con tal Fortunato Laface, sorpreso con bombe a mano e pistole.

    Tutte queste cose provengono dal sito http://www.giornalettismo.com/archives/53651/nel-centrodestra-candidati-indegni/ ,chi a voglia e cuore lo consulti. La colpevolezza va dimostrata in 3 gradi di giudizio, questo è vero, ma per la fiducia a volte basta un occhiata.

    Ciao Nicò, e come dice Walter Vecelio, buona giornata....se potete.

    Fabrizio ch

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