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Roccella in vetrina

martedì 19 ottobre 2021

AMMINISTRAZIONE INADEGUATA SULLO SBARCO DEI MIGRANTI


Leggo, in questi ultimi giorni, dei comunicati stampa riferiti all'approdo a Roccella Jonica dei migranti, e mi lasciato un po' perplesso. 

E' da diversi mesi che al Porto di Roccella arriva quasi uno sbarco al giorno. Gli sbarchi al Porto avvengono dal 2000; siamo arrivati al 2021 e, nonostante l'intensificazione degli sbarchi, il paese non è riuscito mai ad adeguarsi e attrezzarsi di un centro di prima accoglienza dignitoso. 

Sono passati 21 anni, ci si è sempre riempiti la bocca di ricevere finanziamenti per le cose più disparate, ma mai si è preso in seria considerazione di realizzare un centro di prima accoglienza come Dio comanda, in grado di far trascorrere le 24/36 ore necessarie per l'identificazione dei migranti in maniera pulita e decorosa. 

Da venti anni tutti i migranti che arrivano al Porto di Roccella, donne, uomini e bambini, vengono "ammassati" nell'ex Ospedaletto (che ribadiamo nel 2009 è stato dismesso da Polo sanitario perchè considerata struttura inagibile e fatiscente) o nel palazzetto dello sport.

Onore alla Guardia Costiera, a tutte le Forze dell'Ordine, i medici, e soprattutto ai volontari della Croce Rossa e della Protezione Civile che, instancabilmente e silenziosamente, si spendono con tutte le forze e tutta l'umanità possibile, per tendere una mano a queste persone che hanno affrontato ore e ore di viaggio in mare sopra un barcone, con la morte negli occhi sia per il rischio che corrono nell'attraversata e sia per il distacco dalla loro terra martoriata di mille problemi. 

Volontari che, con un grande cuore e grande sensibilità, aiutano concretamente, uno per uno, queste persone, a cambiarsi i vestiti, rifocillarsi, riposarsi, e dare loro una parola di speranza. 

E come non ricordare in questa circostanza, lo straordinario impegno e quanto si è speso ad ogni sbarco il Comandante della Polizia municipale di Roccella, Alfredo Fragomeli, il primo ad arrivare al Porto appena arrivava il barcone, e sempre presente, fattivamente, all'Ospedaletto durante la permanenza e fino alla partenza di questi nostri fratelli.

Da qualche mese gli sbarchi al Porto di Roccella si sono intensificati, la Croce Rossa, sempre più esperta e professionale, compie quotidianamente sforzi immani, cosi come i pochi ma instancabili volontari della Protezione Civile, le cui persone però si contano sulle dita di una sola mano. Già, perchè da quando la Protezione Civile è diventata comunale, le adesioni sono state pochissime o nulle. Con un regolamento capestro, scopiazzato di qua e di la (addirittura quando è stato portato in consiglio comunale non prevedeva neanche l'assicurazione o i crediti da lavoro per i volontari), la Protezione Civile di Roccella si regge su quelle pochissime persone che erano già presenti da quando si chiamava "Protezione Civile Aniello Ursino".


In questi ultimi giorni mi hanno colpito tre comunicati: il primo quello del sindaco che si lamentava di "non avere più le forze per accogliere i migranti" e che il Ministero dell'Interno "A Roccella non c'è come in altre cittadine che accolgono i migranti". Il secondo, un articolo scritto dal quotidiano "Avvenire" che ha riportato, con grande tatto e sensibilità, la storia di due sorelline irachene disabili giunte in braccio ai loro genitori in uno degli ultimi sbarchi, e trasferiti dopo un giorno, come tutti gli altri, in Sicilia sulla nave quarantena a Porto Empedocle. La corrispondente di Avvenire, davanti all'immagine impietosa del trasferimento delle due bambine disabili nella "carovana" insieme tutti gli altri, si è chiesta: "Ma era proprio obbligatorio trasferire su una nave le bambine? Non potevano passare la quarantena in una struttura più adatta a loro, con l'assistenza adeguata alla loro gravissima condizione?"

Infine leggo oggi un ultimo comunicato del sindaco che nega l'autorizzazione della disponibilità dell'Ospedaletto "per condizioni igienico sanitarie precarie" davanti a un nuovo sbarco, negazione che, a primo acchito, mi ha fatto pensare ai restringimenti dell'imputato Salvini.

Dopo 20 anni di sbarchi siamo ancora a questi livelli? 

Certo il Porto di Roccella non è stato realizzato con lo scopo di gestire il flusso migratorio dei paesi in grave difficoltà, ma da vent'anni gli sbarchi si susseguono, ed era assolutamente ovvio prevedere che questa situazione non si sarebbe fermata.

Nulla, in tutti questi anni, si è fatto per evitare che si arrivasse al collasso, nonostante, ribadisco, i migranti a Roccella rimangano solo 24/36 ore, il tempo del primo soccorso e delle operazioni di identificazione.

In vent'anni non si è avuta la capacità di realizzare alcuna struttura direttamente al Porto nonostante gli spazi che ha a disposizione; non si è stati capaci di creare una struttura organizzativa, numericamente adeguata, alla prima accoglienza dei migranti; dopo vent'anni ci piangiamo ancora addosso per non essere in grado di garantire i pasti, le medicine e i servizi igienici.

Dopo venti anni non si è nelle condizioni di avere una giusta considerazione davanti alla Prefettura per ottenere quello che è previsto dai regolamenti e dalle leggi, siamo stati capaci l'anno scorso di "ammassare" 50 ragazzini, contagiati e non dal Covid, in un albergo, e oggi non siamo stati capaci di dare una adeguata assistenza sanitaria a due bambine di 7 e 13 anni, che non parlano, non camminano e non sentono. Assurdo!!!

Ma quando ci svegliamo e ci rendiamo conto che siamo davanti ad un'amministrazione senza carisma, senza carattere, superficiale ed inadeguata?

1 commento:

  1. Buongiorno Nicola,
    ho letto con interesse la tua disamina sulla questione migranti e per certi versi sono d'accordo con te. Assolvo in parte l'amministrazione perché credo si sia fatta trovare impreparata non solo per proprie colpe ma perché per propri limiti non è riuscita a vedere oltre il proprio naso. Purtroppo questa situazione era prevedibilissima e gli sbarchi continuano e continuerano ancora per anni. Occorrerà quindi darsi da fare perché non tutto è ancora perduto. Io sono e resto un oppositore del Porto, lo sono sempre stato, al mostro di cemento addosso le colpe della rovina della nostra spiaggia, all'erosione costiera, alla fine dei nostri pescatori, allo sfruttamento del nostro pesce locale, agli inciuci tra le parti, al clientelismo e potrei continuare. E' una dato di fatto che la cattedrale nel deserto è li, con poche piccole barche e 5 dipendenti, poi in estate ci lucidiamo gli occhi con lo yacht di passaggio ma alla fine dei conti quel porto al paese serve a poco o niente. Serve invece ai migranti perché ogni sbarco che avvenga a Locri, a Santa Caterina o a Badolato vengono portati sempre nel porto di Roccella, unico approdo tra Crotone e Reggio e di questa unicità si è pure fatto un vanto. Quindi Roccella oramai sta assumento il ruolo di hot-spot per i migranti e deve attrezzarsi per questo fenomeno. Va bene il porto ma allo stesso tempo deve preparare una struttura igienicamente degna e dignitosa per i poveri migranti. Occorre farsi carico perché per via del Porto l'intero paese è chiamato ad un ruolo di responsabilità. Al sindaco consiglio quindi di protestare meno ma di tirarsi su le maniche e fare il possibile per dare assistenza, conforto ma sopratutto umanità a queste povere persone senza mai dimenticare le nostre radici Cristiane. Infine un ringraziamento di cuore a tutti i volontari di ogni organizzazione perché senza di essi sarebbe un mondo più brutto e più difficile. Saluti RH

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