Fonte: https://larivieraonline.com
Intervista di Barbara Panetta a Lucia Spagnolo per il settimanale "La Riviera"
Lucia Spagnolo, sindacalista e militante del PCI dall'età di 14 anni. |
Cosa è stato il PCI nella Locride, in tre parole chiave?
Riassumendo in tre parole chiave la storia del PCI nella Locride potrei dire: solidarietà, emancipazione , scuola di vita e di riscatto sociale.
Gli anni settanta nella Locride come nel resto del Paese, sono stati caratterizzati da una grande tensione politica e sociale. I maggiori partiti del vecchio arco costituzionale ( PCI-PSI-DC) svolgevano un ruolo chiave nelle piccole come nelle grandi comunità. Le sezioni di Partito erano luoghi frequentati prevalentemente da uomini, anche quelle del Partito Comunista.
Anche se mi piace ricordare che in particolar modo nelle aree interne le sezioni del PCI erano allocate nelle stessa sede della Camera del Lavoro. Pertanto le sedi svolgevano contemporaneamente un ruolo politico, sindacale, di servizi alla persona e di presidio democratico, oltre che di attività ludiche. Erano quasi tutte dotate di televisore, biliardino, carte napoletane e macchina da scrivere.
Ci si rivolgeva al compagno di turno per qualsiasi problema o esigenza burocratica da risolvere.
Dal dopoguerra in poi fino agli anni novanta, le sedi fisiche del PCI e della CGIL erano luoghi molto frequentati, si trovava accoglienza, competenza e tanta solidarietà.
Una grande comunità di donne e uomini che ideavano e sviluppavano teorie e pratiche per migliorare le condizioni di vita e di sviluppo sociale.
Il tuo percorso dentro il PCI, come nasce e dove arriva. Cosa ti ha spinto a sposare la causa comunista?
Il percorso dentro il PCI è doppiamente intrecciato con la mia attività lavorativa. Dopo il classico percorso di educazione cattolica, all’età di 14 anni inizio a frequentare la sezione del PCI sede anche della Camera del Lavoro del mio Paese. Come in tutte le famiglie che si rispettano tale frequentazione provocava spesso contrasti e malumori in famiglia. Giusto il tempo di rientrare a casa, dopo aver trascorso 3 o 4 ore in compagnia dei miei coetanei al bar, in piazza o in sezione mia madre in modo autorevole e perentorio mi intimava: “ puoi fare tutto in paese, quello che non ti è permesso di fare, è frequentare il Partito Comunista, non è ambiente adatto a te, li sono tutti uomini”. Non era facile a quella età motivare le ragioni di una scelta.
Il compianto on. Mimmo Bova, definito da Lucia Spagnolo "un faro" per tutti i militanti del PCI. In questa foto del 1980 l'on. Bova è consigliere regionale. |
Eravamo un bel gruppo di ragazze e ragazzi curiosi e appassionati. Ci accomunava la voglia di sapere e di approfondire la politica e i fermenti culturali in atto.
La sezione era un punto di incontro e di elaborazione. Si interagiva con ragazzi più grandi e preparati oltre che con bravi lavoratori e artigiani del luogo. Da qualche anno in Paese risiedeva per motivi di lavoro un giovane distinto, gentile e preparato. Roccellese di origine, aristocratico d’aspetto. Già militante del Partito Comunista e Inserito molto bene nella nostra piccola comunità. Il suo nome era Mimmo Bova per tutti noi Mimmo. Per iniziativa sua e di altri compagni di sinistra inizia un percorso di formazione ed elaborazione politica per un folto gruppo di ragazze e ragazzi della mia generazione.
Le scuole superiori nella Locride erano in fermento, alcuni di noi partecipammo ai movimenti studenteschi sostenendo le lotte politiche per il lavoro e lo sviluppo della Calabria.
Nel 1972 a 17 anni durante le rivendicazioni per il diritto allo studio nella Locride, sono stata sottoposta, insieme ad altri 30 giovani studenti, a procedimento giudiziario con l’accusa di blocco stradale. Da studenti si rivendicava il ripristino della viabilità, compromessa dall’alluvione del 1972, della strada che collega i paesi interni con la fascia ionico-reggina.
Reggio Calabria, Italo Falcomatà è stato appena eletto sindaco della città. Al suo fianco l'on. Mimmo Bova e il compagno Lillo Zappia. |
L’anno successivo con l’introduzione Decreti Delegati nella scuola si intensifica e si sviluppa l’impegno politico con i movimenti studenteschi della Locride.
Inscritta fin da giovane alla FGCI, alla maggiore età divento militante del PCI. Nel 1991 dopo aver partecipato al congresso di Rimini continuo la mia militanza nel PDS, successivamente nei DS, e nell’attuale PD.
Nel 1984 a 28 anni vengo eletta consigliere comunale di maggioranza nella lista del centro sinistra in quota al PCI.
Nel 2015 sono stata candidata a sindaco del mio Paese e ho svolto il ruolo di capogruppo di minoranza per la lista Pazzano Bene Comune.
A 25 anni interrompo gli studi universitari e affronto la sfida più importante della mia vita.
Si trattava di scegliere il percorso lavorativo, mi si presentano più occasioni e dopo giorni di discussione travagliata con parenti e amici scelgo di lavorare nella CGIL.
Inizia una bella ed esaltante avventura di lavoro, frequentare la scuola sindacale di Ariccia, ascoltare le lezioni di Vittorio Foa, incontrare Bruno Trentin, Sergio Cofferati e tanti dirigenti sindacali e politici è stata per me una esaltante esperienza e un grande privilegio. Non mi sono mai pentita della scelta fatta. Una scelta di vita, come si diceva allora.
Il PCI delle donne che esperienza è stata nella Locride.
Nel secolo scorso le donne hanno svolto un grande ruolo da protagoniste anche nel PCI.
Nonostante le leggi ostili e le condizioni disagiate del dopoguerra tantissime donne del PCI si sono rese protagoniste di grandi battaglie politiche e sociali e in particolar modo a sostegno delle leggi per l’emancipazione e lo sviluppo.
Vorrei ricordare un aneddoto che veniva spesso raccontato dai compagni anziani della mia sezione. Riguarda una donna comunista protagonista della vita sociale del paese. Si chiamava Lucia Bombardiere rimasta vedova con 4 figlie da accudire, sempre presente e battagliera a tutte le iniziative del partito. Nella foto allegata ha il capo coperto da un fazzoletto bianco.
Si racconta tra l’altro, che il 7 aprile del 1963 in occasione della campagna elettorale per le elezioni politiche, si sia recata a Catanzaro per assistere al Comizio di Palmiro Togliatti raggiungendolo sul palco per salutarlo. Il quale, a fine manifestazione ha provveduto a pagare un taxi per farla riaccompagnare a casa.
Tra le conquiste sociali più importanti ricordo le tante iniziative a sostegno della legge sul divorzio del 1970. Con protagoniste tante compagne preparate.
Nel 1978 segue un’altra grande battaglia per l’emancipazione femminile a sostegno della legge 194 ovvero la legge sull’aborto, che da allora consente alla donna, nei casi previsti, di poter ricorrere all’interruzione volontaria della gravidanza nelle strutture sanitarie pubbliche. Ricordo tante compagne attive nella Federazione di Reggio Calabria che aiutavano e sostenevano le attiviste territoriali con la loro presenza e con la loro puntuale elaborazione sulle piattaforme politiche del partito.
Circa cinquant’anni pregnati di grandi ed entusiasmanti battaglie.
Anche la Locride con la sua bella gente ha scritto un pezzo significativo della grande storia del PCI.
La pagina 13 della Riviera di questa settimana con l'intervista a Lucia Spagnolo e tante foto "storiche" delle attività politiche che si tenevano nei circoli. |
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