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Roccella in vetrina

martedì 20 marzo 2018

INTERVISTA ESCLUSIVA A PIPPO CAFFO

Roccella-Vibonese

Intervista esclusiva a Pippo Caffo, presidente della squadra rossoblu e proprietario della distilleria F.lli Caffo, famosa per “Il Vecchio Amaro del Capo “ e non solo.
 
di ANGELO LAGANA'. 

Il presidente della Vibonese, Pippo Caffo


A volte, le partite di calcio sono strane, imprevedibili, è difficile azzardare un pronostico perché possono verificarsi eventi o cose strane, come, appunto è successo in Roccella-Vibonese e fatti che ne determinano il cambiamento repentino dell’evolversi della gara.

Non a caso, per una “maledetta” uscita del portiere roccellese che ha mandato al tappeto il suo avversario proteso ad arrivare in porta, l’arbitro ha decretato l’espulsione e, da quel momento, per la squadra del Castello, la partita si è presentata in salita.

Foto di gruppo della squadra della Vibonese presso l'Hotel Kennedy.


La Vibonese è una compagine ben assortita in tutti i reparti se, poi, metti sul piatto della bilancia la possibilità di giocare contro l’avversario che ha un uomo in meno, allora i giochi sono fatti ed è, per questo motivo, che il risultato è stato molto largo per la squadra del presidente Pippo Caffo.  
A fine gara l’ho intervistato per conoscere il suo parere.

Traversa della Vibonese


Presidente, dai suoi occhi traspare la contentezza per il risultato che ha guadagnato sul campo la sua squadra. Una vittoria meritatissima, ma facilitata dall’espulsione del portiere del Roccella….

E’ vero, ma è altrettanto vero che la mia squadra, fino a quel momento, era presente su ogni azione.  Un mio giocatore ha colpito la traversa. In più, ha commesso qualche errore di troppo per aver sbagliato qualche gol facile, non riuscendo a mettere il pallone dentro.  Da quell’espulsione, il Roccella ha avuto la strada in salita con il portiere che è uno dei punti di forza della squadra di casa perché ha una grande esperienza e lo conosco, soprattutto, per i suoi trascorsi. Il risultato è quello che al momento ci soddisfa, perché siamo primi in classifica e siamo contenti al massimo.”



La Vibonese sta andando a gonfie vele non solo per la tenacia del suo presidente ma anche
grazie alla ben nota esperienza dell’allenatore Orlandi che ha saputo ben amalgamare il gruppo fino a farlo diventare una squadra temibile.

“ In effetti, all’inizio eravamo titubanti perché avevamo allestito una squadra che doveva militare in serie C e, di conseguenza, eravamo senza i giovani under del ’98 e del ’99 che, strada facendo, abbiamo inserito in organico ed hanno dimostrato in campo la loro bravura, non solo in occasione di questa gara, ma in ogni domenica. Il nostro è il campionato più lungo e ci vantiamo di essere, dopo 23 partite, la squadra che non ha subito sconfitte. Abbiamo una difesa che si fa rispettare, ma lo stesso discorso vale per il reparto offensivo. Mancano 7 gare alla fine del campionato e il 5 maggio avremo modo di fare il bilancio”. Su questo campionato che la Vibonese sta disputando alla grande non fa una piega". 

Lo sfortunato fallo da espulsione del portiere del Roccella, Tommaso Scuffia.


Invece per quanto riguarda l’atra annosa questione relativa al fatto che la sua squadra sia stata immeritatamente estromessa con l’impossibilità di disputare il campionato di serie C in questo torneo?

“Per quanto riguarda – dichiara il presidente della Vibonese – quella questione in campo giudiziario sia sportivo che civile, siamo sulla buona strada. Il TAR, quindici giorni fa, ci ha dato ampiamente ragione, però ha chiesto ulteriore tempo per poter definire la pratica che si dovrebbe decidere il 4 aprile perché è stata rinviata per la presenza della neve nella Capitale. Speriamo di vincere anche su quei fronti per questo motivo, il prossimo anno, il campionato di serie C dovrebbe essere appannaggio della Vibonese”.

La seconda rete della VIbonese.


La squadra viaggia come la Ferrari, ma anche la distilleria dei Fratelli Caffo va nella stessa direzione se intendo far riferimento al “Vecchio Amaro del Capo”.

“Credo che non sia il caso, in questo contesto di parlare di lavoro, comunque è verità che il nostro Amaro è il più amato dagli italiani e non solo perché e conosciuto anche nel resto del mondo. E ‘ un onore per la mia famiglia che l’ha saputo portare avanti, ma credo sia un orgoglio anche della comunità calabrese perché è il prodotto che fa parlare bene di tutta la nostra Regione”.



Non va trascurato anche un altro liquore, cui la distilleria sta dando una buona spinta verso
Il successo.
“Si’ – ammette il presidente della Vibonese - è l’elisir Borsci che è molto usato sia in pasticceria che in gelateria.  E’ un prodotto che abbiamo preso dalle “ceneri”, lo stiamo facendo risorgere e i risultati ci stanno dando ragione. Il nostro obiettivo è quello di portare avanti, oltre la Calabria, anche un pezzo di Puglia”.



Un suo breve giudizio sul tecnico Orlandi, un uomo di poche parole e molti fatti?
“E’ un tecnico di poche parole, molto vicino ai ragazzi durante tutto l’arco della settimana, è capace di infondere loro molto coraggio e il pallone lo “mastica” da sempre senza fare proclami a destra e a manca. Con il lavoro serio, ci sta dando una grossa mano ed è elemento indispensabile alla nostra causa”.

L'allenatore della Viobonese, Orlandi


E’ la volta di Orlandi, allenatore che si è seduto anche sulla panchina della Reggina nella massima serie.

“Si – ammette il tecnico Orlandi – diciamo che quell’espulsione ci ha facilitato il compito anche se prima avevamo preso una traversa e sfiorato il gol. Una squadra come il Roccella che si deve salvare, dal momento che perde un uomo, la gara diventa molto difficile da gestire, ma, in ogni caso, noi abbiamo dettato legge e proposto il nostro calcio”.



Dopo 23 gare, si viaggia con il vento in poppa…
“No, ancora è dura perché mancano sette partite e dobbiamo stare attenti alla Nocerina che, sulla carta, ha qualche gara più facile delle nostre, per cui bisogna stare attenti. Andiamo avanti, domenica dopo domenica, cercando di cogliere sempre il massimo. Alla fine, tireremo le somme”.
                                                                                                              
Angelo Laganà

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