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Roccella in vetrina

mercoledì 3 settembre 2014

FRA IL M° DAMIANI E ZITO S'INTROMETTE LA P.R. VALERIA VALERIO

Sul quotidiano "Il Garantista" di ieri 2 Settembre è stata pubblicata una lettera della dr.ssa Valeria Valerio, responsabile "jazz live" agenzia di comunicazione e marketing di Cosenza, che in passato ha più volte difeso pubblicamente il Roccella Jazz.

Ma, dopo il botta e risposta, sempre sul "Garantista"  tra il M° Paolo Damiani, direttore artistico del Festival Rumori Mediterranei per 30 edizioni, e il presidente dell'Associazione Culturale Jonica, Sisinio Zito, la Valerio non ha potuto trattenersi dall'esprimere la sua opinione a conferma delle verità che stanno gradatamente venendo a galla e del disastro della gestione finanziaria dell'Associazione Culturale Jonica di cui tutti stanno prendendo coscienza.


Caro Direttore,
con rammarico leggo la lettera di Zito che palesa una mancata aderenza alla realtà. Il mio è il parere di una calabrese che da sempre ha seguito il festival tramite l'ente Jazz live.
Non voglio entrare nel merito del come e del perché una grossa fetta delle manifestazioni culturali calabresi, di un certo prestigio,  ha visto come organizzatori i membri dell'associazione jonica. Il Roccella Jazz è di sicuro il loro fiore all'occhiello.

La reporter di "Jazz Live"
Valeria Valerio.
Paolo Damiani è stato il direttore artistico dal 1982 al 2012. è scritto su tutti i libretti curati dalla Jonica che di anno in anno venivano distribuiti al pubblico del festival (mentre non ho mai visto i nomi di Staiano o Pinchera o altri che in questa lettera vengono citati). Sicuro la sua direzione artistica è stata coadiuvata da uno staff del quale probabilmente fanno parte anche i su citati, ma da qui a dire che Damiani non ha dato nessun contributo al Festival sarebbe come dire che Ruby è la nipote di Mubarak.

Mi chiedo, poi, perché nella lettera non compaiono nomi noti come quello di Stefano Benni o Giorgio Rossi o il fotografo dell'Ecm e della Scala Roberto Masotti che pure hanno dato un alto contributo alla manifestazione che da un certo punto in poi, su iniziativa di Damiani, voleva aprirsi ad altri linguaggi artistici. Certo per molto tempo comparire fra gli organizzatori del festival era un vanto, ma adesso basta digitare "Roccella Jazz festival" su qualsiasi motore di ricerca per vedere comparire denunce di artisti che non sono stati pagati: e poi lamentele della jonica che non ha soldi per pagare gli artisti.

Eppure i finanziamenti sono stati elargiti, il fatto che i contributi pubblici siano maggiori rispetto al consuntivo è risaputo e questo i "bravi organizzatori" se fossero tali dovrebbero saperlo, non è certo il direttore artistico che deve occuparsene.

Si digiti invece "paolo Damiani" e si veda di chi stiamo parlando: membro del comitato nazionale per l'apprendimento della musica, direttore dell'orchestra jazz di Parigi, direttore del dipartimento jazz Conservatorio Santa Cecilia di Roma, miglior compositore jazz nella classifica top jazz 2010, e altro. Affermare che è paolo Damiani ad avere acquisito popolarità per il Roccella Jazz è paradossale.

Perché il senatore Zito chiede di essere sponsorizzato? Ma "i bravi organizzatori" (che poi sono diventati direttori) non sanno che la sponsorizzazione da parte di grandi aziende non si potrà mai avere? le piccole e le medie imprese non sono in grado, in questo momento di scarsa liquidità, di impegnare risorse finanziarie per farsi promozione.

E poi quale utilità avrebbero nello sponsorizzare, ad esempio, il Roccella Jazz? Per quanto riguarda le grandi imprese, perché la Ferrero o la Lavazza dovrebbero finanziare il Roccella Jazz? Resta il dubbio sul perché "i bravi organizzatori" non abbiano saputo organizzarsi tra costi e ricavi (quest'ultimi derivanti da finanziamenti pubblici) e perché non hanno pagato gli artisti ormai da svariati anni. E non mi vengano a dire che è a causa degli sponsor mancati o delle disparità tra preventivo e consuntivo: questa storia non regge più.

Allora, l'unica certezza del Roccella Jazz festival è che Paolo Damiani è stato il suo grande direttore artistico.

Questo è storia.

1 commento:

  1. Resta il dubbio sul perché "i bravi organizzatori" non abbiano saputo organizzarsi tra costi e ricavi (quest'ultimi derivanti da finanziamenti pubblici) e perché non hanno pagato gli artisti ormai da svariati anni. E non mi vengano a dire che è a causa degli sponsor mancati o delle disparità tra preventivo e consuntivo: questa storia non regge più.

    Leggo quanto scrive la Valerio e mi viene in mente un esposto in Procura considerati i denari pubblici versati e credo che tra una accusa ed una contraccusa, un tirarsi fuori ed un tirarsi dentro, un dibattito e mille interviste, sia l'unica soluzione per la verità.

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