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Roccella in vetrina

venerdì 16 maggio 2014

UNA DISAMINA ATTENTA SULLA SITUAZIONE DI ROCCELLA PRIMA DEL VOTO

Il gestore del gruppo facekook "ComedifferenziAmo Roccella", uno dei più numerosi e consultati di Roccella sul social network, ha espresso le sue attente considerazioni in merito alla situazione roccellese alal vigilia del voto e dopo 15 anni di gestione amministrativa basata su una stessa linea politica. Una valutazione che tocca con mano le più grandi e gravi criticità di un'amministrazione capestro dalle scelte molto dubbie relativamente al bene collettivo del paese. Nonostante la "lunghezza" dell'articolo, è interessante leggerlo nella sua interezza.

CARO MIMMO DI PUO' FARE DI PIU'

E’ in pieno svolgimento la campagna elettorale con la rappresentazione di un copione facilmente immaginabile e con le sue scene già prevedibili e scontate. Roccella Prima di Tutto continuerà la sua campagna elettorale basata sugli effetti speciali dietro le quali nasconde i veri obbiettivi di un progetto politico che è la continuazione degli ultimi 15 anni con la voglia di stabilizzarlo per ancora altri 15. Fioriscono le iniziative e le celebrazioni tra il plauso di una claque disposta a dimenticare e perdonare.

Dietro le celebrazioni per la consegna della gestione del porto, in controluce, si intravede l’assegnazione di posti di potere e di stipendi.. Infatti “ l’amministratore delegato di “Italia Navigando” ha anche annunciato la prossima modifica della struttura organizzativa della società “Porto delle Grazie srl” con l’ elezione di un consiglio di amministrazione alla cui presidenza sarà chiamato un rappresentante del Comune di Roccella. (fonte sito istituzionale)” e già circola già il nome di qualche Satrapo Roccellese che godrà di uno stipendio presumibilmente superiore a 10.000 euro mensili. Italia Navigando affoga sotto un mare di debiti e ciò nonostante, aumenta le assunzioni di personale e dirigenti per i propri uffici come rileva la Corte dei Conti trattandosi di pubblico denaro. E non è un caso che una società in simili condizioni economiche, come primo atto sembra abbia triplicato il canone di stazionamento dei posti barca.
Altro che scelta del meglio sul mercato!

Sarebbe encomiabile l’inaugurazione del “Centro di ricerca storica e di documentazione del territorio "Gaetano Cingari"” se,
a parte il momento sospetto dell’inaugurazione e la sua estemporaneità che lasciano intravedere il non perdurare a lungo dell’interesse culturale dell’attuale Amministrazione Comunale,, non servisse anche a far dimenticare il completo disinteresse ed abbandono del nostro patrimonio artistico e culturale. Ne è testimone il mosaico di Nic Spatari e l’anfiteatro annesso, che gridano “vergogna” facendo eco ai turisti e visitatori disgustati da tale stato da abbandono. Come pure il castello ricoperto di miliardi di euro e altrettanti miliardi di promesse. Poi ci accorgiamo che dei miliardi spesi rimangono solo le tracce di “tre parchi collina” ricoperte di rovi, tra la cenere di una passeggiata panoramica abbandonata al suo destino tra le sterpaglie che davano la previsione del disastro con più facilità di quanto potessero prendere fuoco. Ci rimane il castello: grande incompiuto.

Gli hanno fatto perdere il fascino del rudere, che ci faceva sognare un mondo che non c’è più. Ci hanno promesso strutture polivalenti: una fantastica fabbrica della cultura capace di trainare il turismo e lo sviluppo. Ci ritroviamo un cancello sbarrato a protezione di qualche pezzo di muro mal ricostruito e di una gru che lo sovrasta a testimonianza dell’attesa di nuovi miliardi da sperperare e di nuovi abbandoni per gli anni che verranno. Si, perché da decenni ormai la logica della politica nostrana dominante si misura in termini di miliardi da farsi finanziare e gestire, senza tenere conto dei risultati in termini di benefici per i cittadini e di sviluppo per l’economia che sono pari allo zero assoluto. Fuochi d’artificio per nascondere l’incapacità dimostrata nel passato e la mancanza di una seria proposta di sviluppo per il futuro.

Anzi una proposta di sviluppo l’Amministrazione uscente l’ha formulata. Però è una proposta tutta da ridere. Solo a Roccella si può avere la sfrontatezza di proporre un Piano di Sviluppo Associato che risponde a logiche di interessi particolari piuttosto che a logiche economiche. Una prima sonora risata nasce spontanea rilevando che Roccella per avviare il proprio sviluppo, sceglie di associarsi con il Comune di Nardodipace. L’associazione è funzionale alle gestione di servizi comuni, alla prospettiva di una conurbazione e alla formazione di strutture produttive che la incentivino, creando opportunità di lavoro come il porto. L’associazione quindi presuppone una facilità di collegamento, una complementarietà e un’affinità tra le comunità che si associano, oltre che un’affinità logistica ed economica. Quale di queste condizioni ci avvicinano a Nardodipace? Anche alla scuola materna i bambini in coro avrebbero risposto: nessuna! Allora perché Roccella ha scelto di essere diversa? Perché a Roccella la politica negli ultimi decenni è stata solo furbizia e prescinde dal bene comune. Intanto l’associazione tra i comuni può essere un buon lasciapassare per ottenere miliardi da gestire, ma se vuoi gestirli da solo devi associarti con qualcuno che c’è ma é come se non ci fosse: Nardodipace appunto! Poi c’è il porto. Associandosi con Nardodipace non ci sono problemi o intralci: sono gente di montagna e non hanno interessi negli affari della marineria nostrana. Altra cosa sarebbe stato associarsi con Caulonia con la quale esiste una tendenza consolidata di conurbazione e il porto avrebbe potuto diventare il fulcro di un serio Piano di Sviluppo Associato. Ma loro sono per differenziAMOroccella, sottacendo che quell’AMO significa AMO me stesso.

La comunità roccellese è stata da sempre un ceto impiegatizio. Ferrovie, poste, scuola, forze dell’ordine, sono state nel tempo le FIAT nostrane. Adesso il debito pubblico accumulato negli anni, l’austerità e l’informatizzazione hanno chiuso la nostra FIAT. L’unica fabbrica di stipendi che resiste è quella comunale. Non ci sarebbe nulla di male, anzi vedere aumentare gli uffici con le aule scolastiche con più impiegati di quanto fossero stati gli alunni che sono stati seduti sui banchi di quella scuola, farebbe piacere se i loro stipendi li pagassero di tasca propria gli Amministratori Comunali che li hanno assunti o i capi burocrati che sovraintendono ai lavori e controllano la produttività. Invece esiste un problema non trascurabile per i cittadini: loro li scelgono, li assumono o stipulano consulenze in attesa di concorsi, e poi li pagano mettendo entrambe le mani nelle nostre tasche.
Aumentano al massimo Irap, Irpef, Imu, Tarsu, Tasi, Tares, Irap, Ilor, Diritti di Segreteria. Hanno concesso come suolo pubblico ogni metro di piazza e di marciapiede appetibile, tartassando gli esercenti in una spirale inarrestabile. Per non parlare degli ambulanti che approdano a Roccella ogni martedì. I quali però beneficiano del permesso di poter pisciare nei gabinetti dei campi da tennis.

Caro Mimmo questo è il passato. Loro sono come l’anno vecchio a capodanno. All’anno vecchio è facile rinfacciare le promesse non mantenute e le speranze deluse. Tu potresti essere l’anno nuovo nel capodanno del 25 maggio. Loro il vecchio conosciuto che ritorna. Tu il nuovo che accende nuove attese e nuove speranze. All'anno nuovo non c’è niente da rinfacciare a parte l’assenza del PD sulla scena politica locale negli ultimi 5 anni, quando c’era bisogno di reclamare trasparenza, dare voce al dissenso e alle vittime del salasso impositivo.

Oggi si possono fare solo previsioni, accendere speranze o rassegnarsi alla sfiga. Certo, in caso di vittoria, il tuo non sarà un compito facile. Sei a capo di una squadra molto eterogenea nell'età, nelle esperienze e nei curriculum, che è frutto anche di logiche antiche, di equilibri e rappresentanze che non hanno un retroterra schiettamente politico ma piuttosto, di potere. Forse non poteva essere diversamente, considerato l’arduo compito che vi siete proposti.

Attaccare a testa bassa è opportuno e gli argomenti non mancano, però non basta. Nè bastano le promesse al rialzo per cui, in caso di vittoria, saranno ridotti le tasse e aumentati i sussidi e gli aiuti per tutti. La vittoria di “Roccella Bene Comune” ha una sola speranza di affermarsi: un grande voto di opinione su un progetto e una proposta politica credibile e convincente da realizzare nel rispetto della “legalità, trasparenza e partecipazione”. Un Comune non può creare direttamente posti di lavoro (a parte inventarli come hanno fatto nel passato). Il Comune però può creare le condizioni affinché l’impresa nasca e si sviluppi. Il porto è stato la grande speranza e la grande delusione del passato. Può diventare la grande realizzazione per il futuro, come volano di lavoro e di sviluppo.

Il Piano di Sviluppo Associato rimane l’unico strumento disponibile. Il porto non può decollare se non ha un retroterra capace di attrarre investimenti per strutture funzionali all’attività portuale. L’assetto, l’indirizzo e la previsione urbanistica unitamente alle opere di urbanizzazione di quel retroterra dovrebbe essere alla base di ogni disegno di sviluppo. La sinergia che potrebbe nascere da una positiva associazione con il Comune di Caulonia, libera da egoismi e campanilismi, potrebbe dare un impulso efficace in questa direzione. Una maggiore attenzione al consumo di suoli destinati all’edilizia residenziale evitando l’estensione, ridurrebbe gli oneri per urbanizzazione e ripopolerebbe il centro storico ormai semi deserto dove potrebbero essere avviate ristrutturazioni e recuperi del patrimonio edilizio e quindi lavoro.

L’eliminazione dell’illusione dell’edificabilità nelle ex zone T ed SP restituirebbe gran parte dei terreni all’agricoltura, cancellando la truffa dell’ICI prima e dell’IMU poi, per non parlare delle imposte insostenibili in caso di atti notarili per trasferimento o successioni delle proprietà. Si determinerebbe la possibilità, in questo momento di crisi, di sbloccare il mercato dei suoli, ingessato da 40 anni tra chi li detiene pretendendo un prezzo per suolo edificabile che edificabile non sarà mai, e chi vorrebbe acquistarli per intraprendere iniziative di natura agricola ma non li ritiene accessibili e convenienti. Roccella è l'unico paese dove l'agricoltura come impresa è scomparsa.
Sono tutte cose che hanno solo il costo degli onorari ai tecnici convenzionati che comunque si stanno pagando.

Si può fare di più per il bene comune nella legalità, con trasparenza e partecipazione. Molti Roccellesi lo meritano e lo pretendono.

Speriamo che il 25 maggio vadano tutti a votare per il cambiamento e siano la maggioranza.
Buon voto a tutti!!!

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