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Roccella in vetrina

venerdì 15 novembre 2013

LO SFRATTO DEL CENTRO SPORTIVO "DON MILANI" DI GIOIOSA JONICA

La scuola di calcio ed etica minacciata dalla 'ndrangheta è a rischio chiusura: la fondazione Candido Cannavò aprirà la sottoscrizione con 5 mila euro. Aspettando la risposta di tutto il mondo dello sport e non solo.

I bambini nel centro sportivo Don Milani sito in via A. Diaz
a Gioiosa Jonica. Il centro presieduto da Francesco Riggitano
conta oltre duecento bambini e ragazzi dai 6 ai 12 anni.
Indignarsi non basta, ha scritto don Luigi Ciotti sulla Gazzetta. Occorre agire nel concreto e con l’esempio. E allora facciamolo subito. Salviamo tutti insieme – intendo tutto il mondo dello sport – la scuola di calcio ed etica di Gioiosa Ionica, minacciata non solo dall’ndrangheta (ieri l’impianto è stato devastato dai soliti ignoti) ma anche dall’intollerabile insipienza dello Stato e della regione Calabria. E’ una priorità nazionale, tanto e più di molte leggi in discussione al Parlamento. Affrontarla e risolverla costa meno di una pensione d’oro:185 mila euro per l’esattezza è il prezzo della dignità collettiva e del principio di legalità che in questa vicenda sono la vera posta in gioco.

La storia è nota, l’ha ben raccontata tra gli altri il nostro Francesco Ceniti: nel 2009, in terra di mafie, le associazioni Libera e Don Milani mettono in piedi un centro sportivo in cui 200 ragazzini imparano a tirar calci a un pallone e alla criminalità. Una sfida stupenda. Il terreno è della Regione che ora pretende 185 mila euro per l’acquisto oppure se lo riprende e lo mette all’asta. Non ho commenti. Dico solo che questi soldi le associazioni non li hanno e l’ndrangheta invece sì.

E allora pensiamoci noi, tutti insieme ripeto. Sarebbe una gran bella lezione di unità e concretezza, un antidoto al razzismo, alla violenza, a mille chiacchiere senza costrutto. E’ possibile che la Figc, le varie Leghe, i club della serie A, i numerosi sponsor che a vario titolo partecipano al mondo del pallone non riescano a raccogliere il necessario per evitare questo sconcio? No, non è possibile. E allora cominciamo da noi: la fondazione Candido Cannavò – che purtroppo non naviga nell’oro - aprirà la sottoscrizione con 5 mila euro in nome della sua campagna “Io tifo positivo”. E il giornale, oltre alle cronache con cui documenterà gli sviluppi della vicenda, metterà a disposizione due pagine del quotidiano e due pagine di SportWeek (il controvalore di qualche decina di migliaia di euro) per pubblicizzare il marchio delle istituzioni e delle aziende che contribuiranno alla causa.

Ma questa non deve essere e non sarà la campagna della Gazzetta, bensì di tutto lo sport. Sono sicuro che tanti colleghi ugualmente impegnati su questi temi, negli altri giornali e nelle televisioni, sapranno cogliere il senso della sfida e farla propria. La piccola partita di Gioiosa vale un intero campionato. E vedo una grande squadra che può vincerla.

Andrea Monti

Fonte: Gazzetta dello sport

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