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Roccella in vetrina

domenica 14 luglio 2013

RICORDATI DI RICORDARE

Mimmo Lucano ha sempre snobbato le liturgie del comitato dei sindaci della locride. Non vi ha mai partecipato alle riunioni e non ha fatto mistero di disapprovarne l’operato.


Con la visita che la presidente della camera Laura Boldrini gli ha voluto conferire, Mimmo il Curdo ha ricevuto una straordinaria onorificenza di rilevanza nazionale dopo l’investitura di terzo sindaco mondiale nel 2010 dall’associazione World Mayor. Venerdì 12 luglio 2013 per una volta il centro della locride è Riace. Non ci sono sindaci in pompa magna, non gonfaloni e protocolli stanchi, noiosi. (parecchi sono sciolti per mafia, è naturale che non ci siano). Ci sono i bambini multicolore che intonano l’inno di Mameli e Bella Ciao. Ci sono i ragazzi e le ragazze che in un italiano recitato con difficoltà ed emozione ringraziano la presidente per “essere venuta a trovarci” e chiedono un futuro per loro e le loro famiglie in Calabria, in Italia.

E quando la celebrazione ti sembra si sia conclusa, dopo il conferimento della cittadinanza onoraria alla Presidente e dopo le formule di rito, Mimmo passa la parola al Prefetto, e poi ai comandanti dei Carabinieri, della Polizia, della Guardia di Finanza; in una forma quasi assembleare e informale, dove questi rappresentanti delle istituzioni, abituati a stanchi riti burocratici e a liturgie ripetitive di uno Stato che loro stessi sanno spesso colluso e compromesso col malaffare e l’illegalità, ti dicono grazie per quello che fate e per la vostra opera uscendo essi stessi dai formalismi e lasciandosi andare in discorsi sinceri e sentiti.

E come in un pasto che diventa sempre più gustoso e che continua, o in un incontro piacevole e gradevole tra persone che scoprono l’empatia e la reciproca solidarietà, Mimmo chiama Mario Congiusta, padre di Gianluca trucidato dalla ndrangheta a Siderno, condottiero coraggioso, solitario e controcorrente in una locride collusa e omertosa. Quel Congiusta a cui Lucano diede ospitalità parecchi anni fa per testimoniare la costituzione del Comune di Riace parte civile nel processo che lo riguardano e nei processi contro la mafia; Con l’assenza e la sordità di tutti i comuni della locride allora ancora sorda a tali appelli. E poi ancora Debora Cartisano figlia di Lollo sequestrato e ucciso dalla ndrangheta a Bovalino perché non cedette ai ricatti e alle richieste. Debora invita tutti alla marcia del 22 luglio, annuncia la Nuova Resistenza e consegna una pietra alla Presidente. Le chiede di disegnare sopra un fiore; tutti coloro che parteciperanno alla marcia in favore di Lollo disegneranno un fiore su una pietra. Questo simboleggia che anche nel cuore di pietra di un mafioso può sbocciare un fiore; come in colui che pentitosi dopo tanti anni svelò le modalità del delitto Cartisano e indicò il luogo dentro una fiumara dove vi era stato il seppellimento.

E così si continua leggendo a più voci tra Mimmo e Congiusta, con quella finale della Presidente, la poesia di Umberto Santino che tra l’altro elenca decine e decine di nomi delle vittime della mafia, da Portella della Ginestra a Falcone e Borsellino fino ai giorni nostri.

"Ricordati di ricordare
coloro che caddero
lottando per costruire
un'altra storia
e un'altra terra
Ricordali uno per uno
perché il silenzio
non chiuda per sempre
la bocca dei morti
e dove non è arrivata la giustizia
arrivi la memoria
e sia più forte
della polvere
e della complicità
( …………… )
Ricordati di ricordare
quanto più difficile è il cammino
e la meta più lontana
perché
le mani dei vivi
e le mani dei morti
aprono la strada."

Domenico Lucano ha voluto concludere la serata con un minuto di silenzio in onore a tutte le vittime di mafia. (silenzio interrotto simpaticamente e a testimonianza del buon lavoro, dal raglio degli asini che fanno la differenziata).
“La riviera” coi rivieraschi teatranti oggi domenica 14 è rimasta zittita dallo stordimento, ha trovato l’ennesima occasione per gettare fango su Maria Carmela Lanzetta. I “progetti d’urto”, i piagnistei tipici di questi mendicanti di opere pubbliche da appaltare per poi spartire prebende e clientele con progettisti e imprese “odoranti”, almeno per un giorno qui non si sono visti. Le liturgie del comitato dei sindaci che spartisce il potere e i pennacchi sono cose lontane anni luce. La proposta di legge (che rimarrà proposta sbiadita e sbracata), contro lo scioglimento dei consigli comunali, così come l’attacco ai carrieristi “dell’antimaffia” qui non esistono e non passeranno mai. Con buona pace di Piero Sansonetti e dei suoi accoliti.

Questa è la locride che vorremmo vedere, che dovrebbe passare ed affermarsi. Ma se Bergoglio comincia sommessamente da Lampedusa e la terza carica dello Stato viene a Riace; se altri ai massimi vertici cominceranno a dare esempi autorevoli di sobrietà, pulizia morale e onestà, la Cosa potrebbe anche prendere piede. Chissà che il miracolo di una nuova stagione politica improntata sui valori di servizio, umiltà, condivisione con i deboli e gli ultimi non possa avverarsi?

Il Sindaco Visionario, come la Presidente Boldrini ha definito Domenico Lucano, ha dato l’esempio in questo senso. (Anche se purtroppo, come sempre accade, in qualche caso Mimmo ha aperto la strada agli opportunisti e agli arrivisti).

Ci aspettiamo che la parte buona e proficua dell’operato di Mimì il curdo continui. Chapeau.
bruno.grenci@tiscali.it

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