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Roccella in vetrina

venerdì 7 settembre 2012

UNA TOCCANTE E DRAMMATICA TESTIMONIANZA DI ILARIO AMMENDOLIA.

Fonte: "CAULONIA: l'ora della politica"

Conoscevo quel ragazzo che ha sparato a Monasterace
di Ilario Ammendolia


Sono quasi le due di notte, un giovane punta la pistola alla bocca di un signore estraneo ad ogni logica mafiosa e fa fuoco. La tragedia è evitata solo per pochi centimetri, la pallottola si ferma alla mandibola.

Il prof. Ilario Ammendolia, sindaco di Caulonia
dal 2007 al 2012
 Conosco il ragazzo che ha fatto fuoco, ha appena 18 anni. Conosco la sua famiglia. Vengono da una piccola frazione di Caulonia. Un grappolo di casupole attaccate ad una montagna spaccata, che rischia di venire giù ad ogni pioggia. Gran parte degli uomini di quella frazione è in galera, i ragazzi si preparano ad entrarci. Il degrado è massimo. Si evade l’obbligo scolastico. Non si coltiva più la terra. Tutto è precario, tutto è sporco.

Non c’è ’ndrangheta ma qualcosa di peggio. In posti come questo la ’ndrangheta trova la manovalanza tra disturbati mentali, giovani a rischio di devianza, analfabeti, drogati, alcolizzati sin da ragazzi. Sono stato sindaco di Caulonia sino a qualche mese fa e sono andato in quella frazione decine di volte. Non mi sono fatto accompagnare dai carabinieri ma dagli assistenti sociali.

Forse non paga elettoralmente essere il sindaco di questa gente, ma se vuoi essere un sindaco devi partire proprio da loro. E da loro son partito: “Borse lavoro” destinate alle donne per farle uscire di casa; scuola per i bambini da accompagnare quotidianamente ad un istituto di meravigliose suore che gratuitamente si impegnavano nel doposcuola. Un programma di integrazione delle donne, e soprattutto per i ragazzi facendoli giocare insieme a tutti gli altri nella villa di Caulonia Marina.

Mi accorsi che quanto facevo era sempre poco rispetto alla drammatiche necessità; così, al fratello del ragazzo che ha sparato, non potendo fare diversamente, ho dato la casa di mia madre, appena ristrutturata, in modo che si potesse sposare. Ho pagato la corrente elettrica fintanto che la coppia è rimasta insieme. Non ho potuto fare di più!


Ho visto rifiorire il sorriso su volto di molte donne, la bontà sepolta da decenni di sofferenze sul volto di tante madri. Ho visto diventare allegri, gioviali i bambini, ho visto rifiorire la speranza di quella piccola comunità. Le riunioni che abbiamo fatto con i cittadini di quella frazione erano difficili, esasperanti, piene di tormento e angoscia. Eppure bisognava farle, solo così quel concentrato di disgregazione umana poteva diventare popolo consapevole dei propri doveri e dei propri diritti.

E' nato così un “progetto” che attraverso il Distretto socio sanitario avremmo voluto che si occupasse dei cento punti nevralgici, come la piccola frazione di Caulonia, esistenti nella Locride. Non credo di aver fatto nulla di eroico, ho fatto solo il sindaco partendo dagli ultimi. Un sindaco della Calabria non può essere solo un bravo sindaco ma deve partire dalle faglie della società dove l’attrito è più forte ed attuare il buongoverno partendo da Sud.

La “politica”, questa politica non ha tempo per questi progetti. C’è Caposughero, i ritiri in Sila, ci sono i riti del potere. Non c’è posto per i ragazzi come Cosimo. Il giornalismo, ovviamente non tutto, non è da meno. I nostri muratori chiamano “sprido”, cioè roba da buttare il materiale non più utilizzabile. Per questa politica, o per gran parte di essa, i diseredati sono soltanto “sprido”.

Perché ho raccontato questa mia esperienza? Per due motivi: qualunque fosse stato il numero dei militari impegnati a Monestarace, a Caulonia, nella Locride lo sparo dell’altra notte ci sarebbe comunque stato. Cosimo avrebbe camminato con la pistola e prima o poi sicuramente l’avrebbe usata.

Nello stesso tempo i tanti vivai di ragazzi a rischio di devianza, continueranno a produrre, come una catena di montaggio, delinquenti che la ’ndrangheta userà come manovalanza a basso costo, e che comunque rappresentano un potenziale pericolo per la gente comune. Sì, c’è ancora la gente comune, quella che più subisce e che si muove senza scorta. Nello stesso tempo la mozione del Pd per la Calabria inizia con queste parole: “Si impegna il governo a utilizzare i fondi nazionali aggiuntivi derivanti dall’abbassamento della quota di cofinaziamento nazionale in materia di fondi strutturali per finanziare il programma straordinario per gli uffici giudiziari e la polizia giudiziaria della Calabria”.

Può il partito erede di grandi ideali collocarsi su questo terreno? Si può ignorare la Costituzione che è prescrittiva quando afferma: “...è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana...”. In provincia di Reggio si spendono trenta milioni di euro solo per le intercettazioni. Nulla o quasi nulla per il recupero delle zone a rischio. Destra e Sinistra dovrebbero acquistare un significato partendo da queste cose.

 Ho militato sin da ragazzo nella sinistra, mi addormentavo la sera sognando l’uguaglianza e la libertà e riaprivo gli occhi pensando alle identiche cose. Che spreco, che sperpero di vita mi viene da pensare nei momenti bui come questo! Purtroppo la politica è diventata un’altra e diversa “cosa”. La politica è un gioco di palazzo dove la nostra gente continuerà a restare dietro la porta senza nessuno disposto ad ascoltarla.
Editoriale “Calabria Ora” 4 .9.2012

1 commento:

  1. Non vorrei apparire razzista o troppo retorico, ma nelle zone di montagna della Calabria persistono delle situazioni in cui la tradizione è talmente forte da essere quasi impossibile scardinarla. Lì si respira ancora aria di '700.

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