Non un articolo ma un saggio che vuole sfatare quel famoso (e purtroppo veritiero) proverbio che recita : 'na mamma vidi (crisci) deci figghjoli, ma deci figghjoli non sannu u vidunu na mamma. Da leggere e meditare....
di Salvatore Mammì
Tutti siamo figli e poi, molti, diventiamo anche genitori. La stessa persona vive sulla sua pelle entrambi le situazioni e certamente “fare il papà o la mamma” è più arduo.
Cerco di spiegarmi meglio: mi riferisco solo a quelli, ahimè, che, con la modernità e tutto quello che ne consegue, oggi collocano i propri genitori, nella migliore delle ipotesi, in strutture per anziani o, peggio, lasciandoli da soli.
Io la penso all’antica e perciò, non per bravura ma solo per educazione, sono orgoglioso di affermare che, io e mio fratello, abbiamo cercato di far fare ai nostri genitori una vecchia da re e regina, con la convinzione che, comunque, mai e poi mai avremmo potuto ricompensarli di quanto hanno fatto loro per noi.
I miei genitori ci hanno espresso, in vita, più volte la soddisfazione per come, grazie a loro, siamo cresciuti e noi, adesso, nelle vesti di padri, cerchiamo di educare i nostri figli con lo stesso amore.
Certo, non è affatto facile e, anzi, si sbaglia facilmente, se pur in buona fede; ci si dedica completamente ai figli; non lo si fa per sentirsi dire grazie e si è, anzi, consapevoli che quello che viene fatto per i figli raramente questi lo fanno per i genitori.
Alzarsi presto per lavorare e fare ugualmente in modo che i figli si sveglino, siano puliti (da neonati) o si lavino, si vestano, gli si prepara la colazione, si controlla lo zaino perchè non dimentichino le cose di scuola e, poi, farsi in due o anche in tre se hanno la febbre non fa battere ciglio ad un genitore. Si fa e basta! A limite, poi, succede che ci si reca a lavoro in ritardo ed ecco i rimproveri del titolare,o si è nervosi e si litiga col partner,o si dimentica di fare colazione prima di uscire, o, dalla fretta, abbiamo messo due calzini di colore diverso, ma tutto ciò viene in secondo piano. L’importante, per un genitore, è rendere la vita del figlio più serena. Uso, spesso, chiamare mio figlio ”il mio comandante” e, in effetti, lo è! Io sono il suo dipendente, il suo cameriere, il suo aiutante, il suo badante, il suo autista, il suo finanziatore, il suo clown, il suo infermiere, il suo insegnate, il suo cuoco, la sua spalla, il suo istruttore e la sua ombra, senza lamentarmi mai, senza alcun compenso e non chiedendo giorni di malattia se ho la febbre alta!
Sin dal mattino, ci si alza e ci si gestisce, in toto, per i propri figli a cui, senza dirlo, si chiede solo di pensare seriamente al loro futuro. Il genitore non pensa a se stesso, mai! I figli, compreso il sottoscritto, pensano a se stessi; sempre! E’ così la natura della vita! E la vita e l’amore che si riceve dai genitori, credo sia giusto, però, ricambiarli!
I genitori accudiscono i propri figli, con amore e dedizione totale, da prima che nascano a fino a quando il Signore gli consente di vederli crescere, senza mai dire un ma… I figli (quelli che abbandonano i genitori), invece, quando si formano una famiglia e devono pensare anche ai loro genitori cominciano proprio con un ma.. non ho tempo, vivo lontano dai miei, ho l’impegno dei figli, non posso mica pulirgli la bocca o aiutarlo sempre ad alzarsi, ecc. ecc.. Fatto sta che coloro che dimenticano di essere stati lavati o portati in braccio (quando erano piccolissimi, quando non ne volevano sapere di camminare e quando stavano male),abbandonano, sempre più spesso, gli anziani genitori, che, anche in questa triste circostanza, usano dire: non fa niente; me la cavo da solo, lo stesso; non ho bisogno.
Si sacrificano e non vogliono mai mettere in difficoltà i figli, a cui rivolgeranno ugualmente un sorriso. A ragion di ciò, dobbiamo essere noi figli a capire che a loro basta veramente poco; andiamo a casa loro a trovarli più che possiamo! Ricordate che quando togliamo un genitore dalla sua casa è come ucciderlo! Loro, poveretti, passano giornate in silenzio con l’unica compagnia della televisione, e, perciò, li possiamo chiamare, almeno, al telefono, poiché, è vero, la vita frenetica che si conduce ci impedisce di avere materialmente il tempo per visitarli di persona! Loro si alzano al mattino solo perché ci sono i figli e aspettano con ansia di sentire la loro voce che gli dica solo ciao ma o ciao pa! Una telefonata, diceva una famosa pubblicità, allunga la vita, ed è vero! Diamo per premio ai nostri genitori, la consapevolezza che tutti i loro sacrifici sono andati a buon fine!
Loro sono felici se lo siamo noi figli e, per questo motivo, invito tutti i figli a far sapere ai propri genitori che siete contenti di averli vicino. Eliminiamo, quindi, i ma.. e usiamo come soluzione gli abbracci; i nostri poveri anziani genitori ne hanno veramente bisogno! Anzi, si nutrono proprio!
Fatelo e vedrete che anche se non ci sono più, un giorno, sarete felici di aver avuto delle persone, amorevoli, così speciali, al vostro servizio 24 ore su 24 ..fino alla morte. Ha ragione Lino Banfi quando dice: “ricordati che io ero quello che tu sei e tu sarai quello che io sono!” Quindi: chi tratterà amorevolmente i propri genitori ..quando, un giorno, lo diventerà ..certamente si ritroverà dei figli che faranno lo stesso; vi accudiranno e vi staranno vicini, quasi, quanto voi avete fatto con loro!
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