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Roccella in vetrina

lunedì 12 settembre 2011

A PORTA DU PARADISO del poeta Francesco Mazzaferro.

Il premio letterario “Giomo Trichilo” giunto alla sua ottava edizione è considerato il concorso di poesia in vernacolo più rinomato della Calabria con larghissime adesioni di poeti provenienti da tutta la Regione e non solo Il Concorso intitolato al poeta sidernese vissuto nella metà dell’800, è organizzato diligentemente, con grande impegno e dedizione, dal giornalista e direttore di Teleradiosud, Antonio Tassone. La serata di premiazione quest’anno si è tenuta l’8 di Agosto in una piazza Vittorio Veneto gremita, considerato che il Concorso, oltre ad offrire perle poetiche di grande spessore, ha un contorno ricco di spettacolo con intermezzi teatrali e musicali di qualità. Con grandissima soddisfazione registriamo che l’autorevole secondo posto del Concorso è stato assegnato al nostro concittadino prof. Francesco Mazzaferro, grazie ad una poesia di grande attualità ed ispirazione dal titolo “A porta du paradisu”. Grazie alla disponibilità del prof. Mazzaferro, in assoluta esclusiva (nessun giornale l’ha pubblicata in originale), abbiamo il piacere di pubblicarla in questo blog. I versi in crescendo e il gran finale ha toccato profondamente la mia sensibilità al punto di sentire un brivido di commozione. Ve la proponiamo con l’augurio possa trasmettere identici stati d’animo…

A PORTA DU PARADISU
La porta di Lampedusa, porta d'Italia e d'Europa, non si spalanca, in una notte di tempesta, per accogliere "i disperati del mare" alla ricerca di un sogno per sopravvivere.

Chjovia su lampedusa cu li cati:
l'aprenu i lampi u celu a mo' i granatu
e a mmenzu a nu tilupu i nuvolati,
s'arrocculava u tronu viatu viatu.

Frischjava u ventu e l'arburi sgangati
facenu mburmu a menzu di la via,
tutti i fanali eranu astutati
e a luci du faru on si vidia.

Oh chi nottata brutta chi nchjudia
pe' chiji sbenturati mmenzu mari,
cuntra alli scogghj l'unda li sbattia,
sulu a Madonna li potia aiutari.

Ma lu destinu, ngratu, i bbandunau
e all'improvvisu cu n'undata forti
a carretta a dui pezzi si spaccau
e chjù di unu jà trovau la morti.

E cui gridava, pregava e cui ciangia
e cui chjamava disperatu Diu
e cui i figghjoli o pettu si stringia...
Ma nuju i Lampedusa s'accorgiu.

Poi vinni l'arba, n'arba lividusa
e u mari chjanu chjanu s'acquetau,
nta l'acqui, galleggiandu, i Lampedusa,
crudeli a morti l'ali soi passau.

Moriri senza nuju mi cunorta,
mpetrata restau a lacrima nto visu,
trovaru i Lampedusa chjusa a porta,
ma spalancata supa u Paradisu.

1 commento:

  1. Ricordo sempre con affetto Ciccio Mazzaferro, grande amico di pomeriggi estivi roccellesi sotto l'albero della Piazza San Vittorio. Personaggio spesso criticato a sproposito, ma di grande sensibilità. Ciao Ci, ovunque tu sia.

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